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Marica, da Bari a Londra per insegnare: “Dopo la laurea in Lettere nessun futuro nella mia città”

Pubblicato da: Francesca Romana Torre | Dom, 23 Luglio 2017 - 07:00

Una formazione tra le migliori d’Europa e pochissime possibilità di metterla a frutto. Questo è il dramma di molti giovani italiani – in particolar modo pugliesi – che, una volta raggiunto il tanto agognato obiettivo della laurea, decidono di fare i bagagli e partire. La storia di Marica De Tullio, laureata in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Bari nel 2013, è una storia – purtroppo – piuttosto comune, ma non per questo meno degna di essere raccontata.

“Dopo una lunga chiacchierata con i miei compagni di corso – racconta Marica – mi resi conto che restare a Bari e intraprendere la lunga trafila della specialistica e del tirocinio formativo sarebbe stata solo una lenta agonia professionale”. “Il mio desiderio più grande – continua – era quello di poter insegnare Storia dell’arte”.

Cosa le è rimasto dell’esperienza italiana?

Durante il periodo universitario e negli anni immediatamente successivi alla mia laurea avevo maturato esperienze nel campo scolastico partecipando come tutor ad alcuni progetti di recupero scolastico di minori con difficoltà di apprendimento, lavorando part-time per alcune strutture educative e continuando il mio impegno attivo nella parrocchia del mio paese. Questo continuo impegno di volontariato e lavorativo mi ha permesso di trovare lavoro a Londra in pochissimo tempo. Insomma, una serie di fortunati eventi e di “provvidenza” (per chi come me ci crede) misto a coraggio e ad un pizzico di follia, mi ha permesso di arrivare qui dove sono oggi.

Che differenze ha riscontrato tra i due Paesi, da un punto di vista lavorativo?

La differenza tra Italia e Inghilterra è abissale. E nel dire ciò, mi si stringe il cuore. Qui hai delle garanzie, un contratto che ti tutela, il lavoro nero non esiste. Inoltre, ti viene data la possibilità di coltivare il tuo talento, la tua passione e di crescere da un punto di vista lavorativo. Nel giro di un anno ho partecipato non so a quanti corsi scolastici per la formazione delle insegnanti, tutti finanziati dallo stato e questo ti arricchisce, ti rende una persona più preparata e anche consapevole del proprio potenziale. Qui ti danno tutti i mezzi per spiccare il volo, poi sei tu a decidere cosa farne. In Italia purtroppo questo non è ancora possibile.

E da un punto di vista umano?

Qui hai la possibilità di misurarti con persone completamente diverse per razza, cultura, religione, colore della pelle. Questo in particolare, in un momento difficile come quello che viviamo al giorno d’oggi, ha aggiunto un tassello fondamentale alla mia vita e ne sono grata immensamente. È un continuo imparare e conoscersi ed inevitabilmente la tua mente si apre a persone e culture che nemmeno immaginavi esistessero. Apprezzi di più anche i tuoi connazionali, ricordi con loro l’Italia che ti manca e si cerca di ricreare insieme la stessa familiarità che sentiamo quando siamo a casa.

Cosa pensa della sua formazione italiana?

Ho avuto un’ ottima formazione e penso che l’Italia, in generale, dia una grande possibilità di formazione ai suoi giovani. Calcolando che in Inghilterra solo tre giovani su dieci possono permettersi di frequentare l’Università, siamo davvero fortunati.

Tornerebbe mai a vivere a Bari?

Penso alla mia città giorno e notte. Bari riserva un grande posto nel mio cuore e, sì, se dovessi rispondere emotivamente, tornerei anche domani. Spero che qualcosa si muova al Sud e spero di poter ritornare per poter potare il frutto dell’esperienza e della formazione di questi anni vissuti qui a Londra. Ho tanti progetti per la testa. Spero che la mia terra sia il posto giusto, in un futuro non troppo lontano, per poterne realizzare almeno uno.

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