La volontà muove le montagne. Ma, spesso, non basta per vincere le partite. Soprattutto se incontri un’avversaria che difende a pieno organico nella propria trequarti e sa ripartire in contropiede, se non riesci ad abbinare la qualità del fraseggio alla velocità delle giocate, se prendi gol al primo tiro in porta e lo riprendi al secondo e se per la prima volta il portiere avversario torna a casa con un sorriso a trentadue denti. Il Bari ha trovato la prima sconfitta casalinga dell’era-Grosso contro l’imperforabile Venezia, che ha capitalizzato al meglio il rigore di Bentivoglio e il guizzo di Zigoni per portarsi a 5 punti in classifica dopo tre giornate del campionato di serie B, mantenendo la porta inviolata con abilità e fortuna (palo di Improta, traversa di Floro Flores nel recupero) e ricordando a tutti che nel calcio, in fondo, i punti li prende chi butta il pallone in porta.
Trovato chiuso ogni varco, il Bari ha pagato la solita ingenuità difensiva, un fallo di D’Elia su Falzerano, a testimonianza del difficile pomeriggio dell’esterno mancino. Rigore, gol, con Bentivoglio glaciale nello spiazzare Micai. Nella ripresa, Grosso ha concesso un’altra chance a quanti erano tornati negli spogliatoi sotto di un gol ma poi, dopo un paio di occasioni biancorosse (una per Iocolano), è arrivata la rete di Zigoni a chiusura di una veloce triangolazione che ha sorpreso la lenta difesa del Bari, al centro della quale Marrone ha affiancato Capradossi. L’ingresso nell’ordine di Brienza, Floro Flores e Cissè ha alzato il tasso di tecnica e incisività del Bari. Ma il secondo non è riuscito a trasformare in gol i suggerimenti di Brienza, a sua volta più preciso da suggeritore che come stoccatore.
Tre vittorie non avevano fatto del Bari la favorita per la promozione in A, due sconfitte non ne fanno una squadra mediocre. E parte del pubblico del San Nicola l’ha capito, mixando i propri applausi con i numerosi e precoci fischi riservati a Basha e compagni. Tuttavia, la difesa e la fase difensiva hanno urgente bisogno di una quadratura: prendere gol come quelli di oggi, come quelli di Empoli, non sono il miglior biglietto da visita per chi vuole puntare in alto. Per fortuna, c’è tempo per crescere.