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Barletta, fu ucciso per errore in pescheria: arrestato presunto omicida

Pubblicato da: redazione | Mar, 13 Febbraio 2018 - 09:00

Barletta, 3 luglio 2016, prime luci dell’alba. Un uomo entra in una pescheria in piazza Marina e spara all’impazzata uccidendo Francesco Di Leo, 39 anni, nato a Canosa di Puglia ma residente a San Ferdinando I Puglia. Stamattina a Trani i carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Barletta, in Trani, hanno arrestato Antonio Rizzi, di origini barlettane ma elemento di spicco della criminalità tranese. E’ ritenuto responsabile dell’omicidio avvenuto nella rivendita di prodotti ittici di Salvatore Lattanzio, oltre che di detenzione ed porto illegale di un fucile e di una pistola calibro 7,65 con i quali ha commesso il delitto e la ricettazione dell’autovettura utilizzata nella circostanza, risultata rubata.

I Carabinieri, su richiesta del 118, erano intervenuti quella mattina in Piazza Marina presso la rivendita di prodotti ittici cogestita dal pluripregiudicato barlettano Ruggiero Lattanzio, detto “Rino non lo so”, perché un uomo era stato ferito da numerosi colpi d’arma da fuoco, a seguito dei quali era deceduto dopo qualche ora in ospedale. La vittima svolgeva l’attività di venditore di mitili con piccoli precedenti penali, ma immediatamente gli investigatori avevano intuito che il reale obiettivo dell’azione di fuoco fosse Ruggiero Lattanzio, benché quest’ultimo non si trovasse nella pescheria al momento del fatto.

La visione dei filmati del sistema di videosorveglianza ha permesso di verificare come il killer fosse sopraggiunto davanti alla rivendita di prodotti ittici a bordo di una Fiat Punto grigia, risultata anch’essa rubata,  guidata da una persona non identificata. Dal lato passeggero era sceso un individuo alto e corpulento che, travisato e armato di fucile, si era diretto verso la rivendita di ghiaccio adiacente al locale di Lattanzio. Forse richiamato dal conducente del mezzo, l’uomo aveva cambiato repentinamente obiettivo dirigendosi verso la rivendita di prodotti ittici. Mentre percorreva la brevissima distanza tra i due locali, si era avveduto che il fucile si era inceppato e, tornato verso la vettura, aveva preso dal suo complice una pistola. Quindi tenendo nella mano sinistra il fucile e nella destra la pistola si era avvicinato alla porta d’ingresso della pescheria e, senza sincerarsi dell’identità del suo obiettivo,  aveva esploso in sequenza cinque colpi di pistola ad altezza d’uomo tre dei quali avevano raggiunto Di Leo. Quest’ultimo era deceduto poche ore più tardi in Ospedale, a seguito delle ferite riportare. Al termine dell’azione l’aggressore era risalito in auto, allontanandosi con il suo complice.

Dalle prime indagini si è appreso che il giorno prima tra Ruggiero Lattanzio e due soggetti di Trani, facenti capo al pluripregiudicato Antonio Rizzi e soci con lui della pescheria “La Perla dell’Adriatico” di Trani, era avvenuta una violenta lite scaturita dal fatto che Rizzi intendeva acquisire il controllo del mercato del pesce nella zona, monopolizzando l’acquisto dei frutti di mare a Barletta. Nella circostanza gli uomini di Rizzi erano stati picchiati da Lattanzio e proprio le percosse subite dai due uomini erano state costituito il movente per l’azione vendicativa di Rizzi.

Lo sviluppo investigativo curato dal NOR di Barletta, mediante una serie di attività intercettive e di pedinamento, consentiva di delineare a carico di Rizzi un importante impianto probatorio, in seguito corroborato dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Questi ultimi hanno riferito di aver appreso le circostanze dell’omicidio dallo stesso indagato nonché da terze persone. Nel contesto investigativo è stato anche sventato un tentativo di  inquinamento probatorio ad opera dell’indagato attraverso l’inserimento, negli atti processuali, di  prova d’alibi rivelatisi falsa e artificiosamente costruita dallo stesso indagato. A formalità di rito ultimate Antonio Rizzi è stato associato alla Casa Circondariale di Trani.

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