GIOVEDì, 25 APRILE 2024
72,721 ARTICOLI
Dir. resp.:Samantha Dell'Edera
redazione@borderline24.com

Per segnalazioni: +39 375 5535222
72,721 ARTICOLI

Direttore Responsabile: Samantha Dell'Edera
Per segnalazioni:
Cell. +39 375 5535222
Email: redazione@borderline24.com

Bari, vietati gli allenamenti di canottaggio davanti al Cus, la rabbia del presidente: “Situazione assurda”

Pubblicato da: redazione | Sab, 2 Giugno 2018 - 15:00

Dopo che la procura di Bari ha archiviato l’indagine su eventuali violazioni in materia di sicurezza e ritardo nei soccorsi relativi alla morte di Nicola Mangialardi, il canoista modugnese del Cus Bari deceduto il 9 marzo 2015 durante un allenamento, ritenendo l’incidente una tragica fatalità, il Cus Bari sta vivendo delle difficoltà legate proprio all’impossibilità di allenarsi nello specchio d’acqua antistante la sede del Centro universitario barese, sul lungomare Starita, l’area del porto è infatti off limits per gli agonisti.

Un anno fa era arrivata infatti la diffida al Cus dalla Capitaneria di porto, dal proseguire nello svolgimento delle attività, in quanto il bacino portuale può essere utilizzato esclusivamente per le manovre delle unità in genere, finalizzate “all’ormeggio/disormeggio delle stesse quando in ingresso/uscita al/dal porto”. E così, dopo 70 anni, gli oltre 250 tra atleti e allievi delle scuole di canottaggio e canoa  hanno dovuto trovare soluzioni alternative per continuare ad allenarsi e rimanere competitivi.

Dopo il decesso la Procura aveva aperto una prima inchiesta. Gli accertamenti della Capitaneria di Porto, coordinati dal pm Simona Filoni, esclusero responsabilità e portarono ad una prima archiviazione del caso. Lo stesso pm, però, nella richiesta di archiviazione, disponeva nuove indagini. In particolare il giudice chiedeva alla Procura di approfondire le modalità dell’allenamento e gli «eventuali accidenti che abbiano determinato il disorientamento», di disporre una consulenza tecnica sul gps della canoa, di verificare eventuali «ritardi nei soccorsi» e «omissioni degli organi istituzionali che appaiono evidente concausa dei fatti in esame».

La nuova indagine, senza indagati né ipotesi di reato, era stata affidata al pm Manfredi Dino Ciacci, che ha poi archiviato il fascicolo. Dalle successive verifiche, infatti, è emerso che il gps della canoa non funzionava, che non vi fu ritardo nei soccorsi e che la mancanza di un regolamento specifico non può essere collegata alla morte dell’atleta, causata dallo schianto contro una banchina.

“Una situazione assurda,- spiega il presidente del Cus Bari, Giuseppe Seccia  – chiedo l’impegno all’autorità competente affinché si risolvano al più presto i divieti di allenamento per i nostri ragazzi nello specchio d’acqua davanti al Cus. Questa resta una questione davvero assurda”.

© RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE RISERVATA - Borderline24.com
Ti invitiamo a usare i bottoni di condivisione e a non copiare l'articolo.

Baru, inchiesta Codice Interno: in carcere...

La Squadra Mobile della Questura di Bari ha sottoposto a detenzione...
- 25 Aprile 2024

Bari, l’ultimo discorso di Decaro in...

"Ieri ho fatto il mio ultimo discorso da sindaco in consiglio...
- 24 Aprile 2024

Asl Bat, al via progetto pilota...

Sarà avviata a maggio negli ospedali Bonomo di Andria e Dimiccoli...
- 24 Aprile 2024

Per i ponti 16 milioni di...

Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi...
- 24 Aprile 2024