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Fase 2 e il problema delle spiagge libere in Puglia. Legacoop: “Serve un programma di adozione”

Pubblicato da: redazione | Ven, 15 Maggio 2020 - 09:00
pane e pomodoro

«Le linee guida dettate da Inail e Istituto superiore di sanità in materia di sicurezza anti Covid nelle spiagge, che il governo dovrà tradurre in regole» sono «più difficili da recepire di quanto si possa immaginare»: «Chi assicura il rispetto delle regole, chi si accolla il monitoraggio e l’osservanza del distanziamento, chi regolamenta gli accessi?».

Il problema viene posto in una nota da Legacoop Puglia, secondo la quale «andare al mare non sarà una impresa facile», anche se i pugliesi «non si lasceranno scoraggiare e come sempre prenderanno d’assalto tutti gli 865 km di costa». «Finora – prosegue la nota – sono state avanzate le più disparate ipotesi. Chi ha chiesto ai gestori di lidi privati di farsi controllori anche dei tratti di costa liberi; chi di fronte al no dei privati ha ammiccato all’idea di estendere le concessioni demaniali; chi ha pensato che il problema si potesse risolvere affidandosi al volontariato, chi alle associazioni». A questo proposito «Legacoop Puglia invoca soluzioni che facciano leva su tre diversi fattori: la condivisione, la responsabilità, la valorizzazione delle persone e propone, dopo il dialogo partecipato con la comunità, un programma di adozione delle spiagge».

Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, suggerisce di rilanciare «i valori dell’aggregazione responsabile o del cooperare. La Regione Puglia incoraggi le comunità e promuova confronti aperti e utili a favorire il protagonismo delle persone, pronte ad animare le nostre coste. Promuova un confronto con gli Enti locali, con il sistema territoriale delle imprese, del volontariato e con la stessa comunità. Incoraggi la creazione di un ‘patto di comunità, con l’obiettivo di realizzare servizi innovativi sul territorio utili, tra l’altro, ad ordinare un accesso in sicurezza alle spiagge», incentivando «il protagonismo delle nuove generazioni a rivoluzionare, positivamente, le nostre abitudini marine. In un contesto simile, oltre alle cooperative esistenti che già operano sul territorio, si registrerebbe la nascita di nuove imprese cooperative e non solo. L’emergenza sanitaria sarebbe l’occasione per rivedere un modello ormai vecchio di gestione delle coste e per aprirsi a soluzioni più utili ed innovative in nome della tanto invocata sostenibilità ambientale e della tutela del territorio». Una proposta che «va oltre – conclude Rollo -. I pugliesi potrebbero chiedere di adottare 2 metri quadri di spiaggia, per i quali garantirebbero attenzioni e servizi condivisibili. Uno scenario retto sul valore della condivisone, sul protagonismo della persona, sul senso di responsabilità civica, sostenuto dalle nuove competenze».

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