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Bari, nascono i primi condomini sociali: destinati a genitori separati e senzatetto

Pubblicato da: redazione | Sab, 1 Agosto 2020 - 17:30

Lunedì 3 agosto, alle ore 11, in via Napoli 378/H, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico inaugurerà una delle nuove case sociali per l’accoglienza diffusa e il sostegno di famiglie, coppie e adulti in situazione di emergenza abitativa e con bisogni sociali e socio-sanitari. Nello specifico si tratta di due condomini sociali e di un social hub di comunità, soluzioni residenziali che differiscono per numero e tipologia di utenti e organizzazione del servizio.

I condomini sociali sono strutturati in mini appartamenti autonomi con una capienza minimo di 6 posti letto, ciascuno destinato a target diversi e comunque segnati da un disagio socio-sanitario e psicologico: uomini e donne separati, persone senza dimora, adulti soli, vittime di discriminazione, nuclei familiari con persone disabili o minori con un componente a rischio di forte vulnerabilità. Saranno aperti 24 ore al giorno per 7 giorni settimanali: data la vulnerabilità degli utenti non in grado, temporaneamente, di trovare un’occupazione, saranno assicurati i generi alimentari per i pasti principali valorizzando, dove possibile, il coinvolgimento e la collaborazione degli ospiti.

I social hub di comunità sono strutture più grandi rivolte prevalentemente a persone anziane sole e in condizione di marginalità estrema con patologie che non richiedono assistenza medico-infermieristica o nuclei familiari che al proprio interno abbiano persone con disabilità o con patologie psichiatriche o dipendenze monitorate dai servizi sanitari.

Saranno aperti 24 ore al giorno per 7 giorni settimanali: data la particolare vulnerabilità degli utenti, esclusi dalla dimensione lavorativa, in questo caso la somministrazione dei pasti principali avverrà anche attraverso il ricorso a servizi di catering, valorizzando comunque, nei limiti del possibile, il coinvolgimento e la collaborazione diretta degli ospiti.

“In questi mesi il perdurare della crisi economica, l’allentamento dei legami sociali e le difficoltà del sistema sanitario nel far fronte all’emergenza hanno generato nuove povertà – commenta Francesca Bottalico – rivelando la presenza sul territorio cittadino di altri soggetti vulnerabili con esigenze particolari: senza dimora e anziani in povertà estrema, persone con disagi socio-sanitari, dipendenze patologiche, disagio psicologico o psichiatrico, nuclei familiari con persone disabili, tutte condizioni che rendono estremamente complessa l’accoglienza nei servizi ordinari a bassa soglia del Comune di Bari e in emergenza nelle strutture sanitarie. Parliamo di persone che, pur vivendo una condizione di estrema fragilità, non presentano i requisiti necessari per l’ospedalizzazione o l’ingresso in strutture residenziali socio-sanitarie tradizionali e per le quali non è possibile attivare ricoveri coatti. A causa del Covid-19 le strutture sanitarie si sono trovate ad accogliere le urgenze e a trascurare le situazioni meno gravi sebbene a rischio di peggioramento.

Per sostenere questi cittadini anche attraverso l’accompagnamento sociale e psicologico, in continuità con gli interventi sperimentali messi in campo da questa amministrazione, come le prime Case di comunità, l’assessorato al Welfare ha individuato nuove strutture residenziali in cui attivare esperienze di condomini sociali e social hub. Prosegue così il percorso di innovazione sociale realizzato in questi anni, che ha consentito ad alcuni interventi sperimentali, premiati anche a livello nazionale, di essere individuati come buone pratiche e replicati in altre città d’Italia”.

A gestire i due condomini sociali saranno:

  • “Help – assistenza e tutela per tutti”, nell’immobile sito in via Napoli 378/H a Bari, accreditato per 18 posti;
  •  “Feel at home”, in tre immobili siti a Gravina (via Ancona 14, via Museo 4 e via Santa Cecilia 11) ciascuno da 6 posti .

Il social hub di comunità sarà gestito invece da:

  • “Progetto vita”, nell’immobile in via Napoli 332, che può ospitare 37 persone.

I gestori dovranno operare in rete con i servizi sociali del territorio e con tutti i servizi pubblici e privati attivi per il contrasto alla grave emarginazione adulta, e in particolare interfacciarsi con i servizi sanitari, considerato il particolare target di utenza delle strutture.

L’accesso alle strutture avverrà previa valutazione del Servizio sociale professionale o del Pronto Intervento Sociale (in caso di emergenza); la permanenza nelle strutture sarà a titolo gratuito: dopo la prima fase di osservazione e conoscenza della storia personale dell’ospite, gli operatori e il Servizio sociale competente elaboreranno progetti di intervento individualizzati con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’autonomia individuale e sociale e, con essa, la possibilità di inserimento o reinserimento lavorativo.

Compatibilmente con la condizione di vulnerabilità di ciascuno, il modello organizzativo del servizio dovrà coinvolgere gli utenti nella gestione quotidiana della struttura anche attraverso turnazioni delle attività comuni in base a quanto previsto dal patto di convivenza e dal regolamento interno della casa. (in foto via Napoli)

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