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Giovinazzo, disabile a seguito di un’aggressione, si laurea ascoltando i libri letti da sua madre

Pubblicato da: Serena Manieri | Ven, 9 Ottobre 2020 - 16:00

È la storia di un lungo dolore squarciato dalla luce di un riscatto. È la storia di Luca Mongelli, studente di 25 anni di Giovinazzo, disabile dall’età di 7 anni a seguito di un’aggressione dalle dinamiche mai chiarite, che ieri ha conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Bari. Un sogno realizzato con tenacia e dedizione, nonostante le difficoltà enormi dovute alla cecità e alla paralisi parziale che lo costringe a vivere, fin dall’infanzia, su una sedia a rotelle.

Aveva solo 7 anni Luca quando, il 7 febbraio del 2002, mentre era in vacanza con la sua famiglia nella Svizzera francese, è stato protagonista di una vicenda i cui contorni, ancora oggi, dopo 18 anni, non sono stati tracciati con esattezza. Allontanatosi insieme al suo fratellino di 4 anni e al cane di famiglia per una passeggiata sulla neve nei pressi delle piste di sci, Luca è stato ritrovato alcune ore dopo riverso sulla neve, nudo, privo di sensi e con il corpo martoriato. Soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale, per lui e per la sua famiglia è giunta la previsione più dura: “Il piccolo non si sarebbe mai svegliato dal coma”.

Ipotesi spacciata per certezza ma che, la voglia di vivere di Luca ha ribaltato, sorprendendo medici e familiari. Da allora, il ritorno alla vita e la necessità di tutta la famiglia di imparare nuove modalità, nuove abitudini, una nuova quotidianità in cui convivere con la disabilità e i suoi tanti ostacoli. Una vita che è proseguita parallelamente alle indagini sul caso, per cui i pm svizzeri hanno seguito per molto tempo la pista dell’aggressione da parte del cane, nonostante il corpo di Luca non presentasse segni di morsi e i suoi vestiti non fossero lacerati. È stato lui stesso, al momento del risveglio dal coma, a parlare di tre ragazzi adolescenti del luogo, che avrebbero infierito su di lui, ma che, individuati, sono stati dapprima indagati, poi prosciolti. Oggi, a quasi un ventennio di distanza da quel tragico episodio, il reato si è chiuso con la prescrizione e il caso di Luca sembra non aver trovato alcuna risposta.

Ciò nonostante, filo conduttore della sua vita è stata la tenacia, unitamente a quella di tutta la sua famiglia: è stata infatti sua madre a leggergli ad alta voce i libri di testo di tutte le materie inserite nel suo percorso universitario. Letture dalle quali Luca ha potuto apprendere concetti e memorizzare teorie, senza prendere appunti e procedendo dritto verso gli appelli d’esame. “Anni di lotta e duri sacrifici – come racconta la sua stessa mamma, intervistata subito dopo la seduta di Laurea dal Tg1 – è stato un impegno grande, ma Luca merita questo traguardo, a coronamento della lotta che ha sempre condotto per una vita normale”. E, come riconoscimento delle grandi fatiche, ieri, la proclamazione del titolo di Dottore da parte della Commissione di Laurea.

“Come fratello maggiore, è stato un esempio per me – racconta allo stesso giornalista Marco – Mi ha insegnato a non arrendermi davanti alle difficoltà e ad andare sempre avanti nella vita”. E avanti, Luca, vuole ancora andare, perseguendo un nuovo sogno: quello di fare il giornalista, di seguire i casi di cronaca nera. “Mi sentirei utile – spiega con soddisfazione – e mi permetterebbe di conoscere tanta gente nuova”.

(Foto: profilo Facebook Luca Mongelli)

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