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Bari, la storia di una mamma barese: “Fino a Firenze per curare mio figlio, a Bari due mesi di rimpalli”

Pubblicato da: redazione | Mer, 14 Luglio 2021 - 08:00
Due mesi di lotta, due ricoveri al Giovanni XXIII. Per poi volare a Firenze per operare d’urgenza il suo piccolo. La denuncia è stata pubblicata da una mamma barese sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Decaro e del presidente della Regione, Michele Emiliano.
“Suo figlio non ha nulla, lo vuole capire che il bambino fa finta di star male per avere le coccole? Deve solo stargli dietro”. Queste le frasi che – secondo il racconto della mamma – riceveva dai medici, ai quali si rivolgeva per cercare di capire cosa avesse il suo bambino. Fino a quando l’anno scorso, durante un ricovero al Giovanni XXIII, uno dei medici le dà l’ok per la dimissione. “Suo figlio sta benissimo – le viene detto –  gli dia un po’ di potassio e magnesio e gli stia dietro, suo figlio sta bene”.
“Mentre uscivo dal reparto – racconta –  la dottoressa che mi aveva portato le dimissioni, me le sfila di mano e mi chiede di aspettare un minuto lì. Quel minuto sarebbe durato più di 40 minuti, porta chiusa e un via vai di medici che entravano e uscivano. Dopo 40 minuti interminabili, esce uno dei tanti medici che aveva visitato mio figlio e mi dice che devo fare un ultimo controllo di routine al Policlinico e che poi sarei andata a casa. Mi portano al Policlinico in ambulanza, attendo e mi fanno entrare per una visita con un neurochirurgo, la dottoressa inizia a parlare ma io sento solo il vuoto attorno a me, la guardo e non capisco cosa mi dice, so solo che la mia paura più grande si è avverata. Esco di lì e l’unica cosa che riesco a realizzare è che devo scappare da qui, da questo incubo di ospedale e da tutti questi medici che in 2 mesi mi hanno insultato e deriso, non riesco a parlare con nessuno, non so cosa dire,  cosa fare, non ho neanche il coraggio di chiamare mio marito e allora aspetto e inizio a cercare in internet tutte quelle cose che la dottoressa mi aveva scritto sul foglio della visita e realizzo che mio figlio deve essere operato, che rischia grossi problemi motori e fisici e che ha 2 malattie rare che creano anche problemi durante la crescita e per 2 mesi mi sono sentita una pazza”.  Da qui la decisione di andare a Firenze.
“Il medico che lo ha visitato, lo ha guardato e mi ha detto – continua il racconto –  signora suo figlio presenta tutti i sintomi e i segni delle malattie che ha, non serviva la risonanza per diagnosticarla, bastava essere attenti, ma in Puglia che cos’è l’attenzione verso il paziente? In Puglia nn esiste il benessere del paziente, esiste il benessere del medico ma non del paziente! Oggi posso dire che il mio continuo combattere per il mio bambino mi ha portato ad avere un vero e proprio miracolo. Mio figlio è stato operato d’urgenza a Firenze al midollo e ad oggi anche se ha ancora lievi dolori, riesce a gestite la sua crescita in modo normale, sicuramente con qualche controllo in più, ma il dottore che lo ha operato ha detto che è stato un vero e proprio miracolo”.
Da qui l’appello a Decaro e Emiliano: “Spero che prima o poi qualcuno si svegli e dia una occhiata alla nostra sanità. Ci vogliono più controlli! Insieme a tanto tanto altro. Il Giovanni XXIII è così bello fuori dopo tutti i soldi spesi, ma andate a guardare dentro: non ci sono lenzuola e materassi igienici, nn c’è pulizia, non ci sono tavoli per mangiare ma banchi di scuola usati e rotti adattati per far mangiare i pazienti, non ci sono campanelli per chiamare i medici ma bisogna gridare nel corridoio, non è un ospedale! Basta spendere soldi per abbellire solo l’esterno del nostro paese e delle nostre strutture”.
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