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Al via la demolizione delle ex casermette, a Bari sta nascendo il Parco della giustizia

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Mar, 7 Marzo 2023 - 17:50

Comincerà ad aprile la fase operativa per la realizzazione del parco della giustizia. Primo passo sarà la demolizione dei 26 manufatti nella zona delle ex casermette Capozzi e Milano che occupano il 70 per cento di un’area di 15 ettari. Secondo quanto prervisto nel progetto, che porta la firma dello studio genovese di Alfonso Femia srl con Proger, dieci di questi ettari saranno impiegati per un’area verde. La restante parte comprenderà i quattro edifici che accoglieranno “la giustizia barese” con un risparmio, in termini di anidride carbonica, pari a 71mila km annui.

Il nuovo parco urbano sarà dotato di giardini e servizi per la comunità tra cui anche un asilo e una biblioteca. Sarà sviluppato sul lato nord per preservare le alberature esistenti, limitando il numero di abbattimenti. Tutte le funzioni giudiziarie richieste saranno collocate sulla parte a sud, disegnando quattro edifici a corte con volumetrie e altezze similari tra loro. I quattro volumi, disposti come a evocare un quadrifoglio sul lotto sud, saranno compatti e funzionali e la presenza delle corti centrali svuoterà le volumetrie al centro, donando agli edifici uno spazio esterno vivibile e un maggior apporto di luce, aria e leggerezza volumetrica.

Saranno creati spazi verdi negli edifici con l’utilizzo di piante autoctone a ridotta esigenza idrica. Prevista una continuità paesaggistica tra i due lotti: l’intervento, così come è stato concepito, con parco urbano nel lotto a nord e funzioni giudiziarie nel lotto a sud, identifica in maniera precisa i due diversi luoghi urbani, e, senza avvalersi di ulteriori strutture, come ponti che scavalcano via Alberotanza, o sottopassi, ridisegna la strada lasciando che essa stessa entri a far parte del sistema parco senza forzature, ma semplicemente assolvendo alla sua funzione di strada carrabile, pedonale e ciclabile a servizio del parco e degli edifici giudiziari.

I quattro edifici previsti saranno così articolati: edificio A di 4  piani, più una piastra a piano terra, per il Tribunale Penale e la Procura della Repubblica presso il Tribunale; edificio B: 3 piani totali, per il Tribunale Civile;  edificio C: 3 Piani, più una piastra a piano terra, per Corte d’Appello e Procura Generale; edificio D: 3 piani, più una piastra a piano terra, in cui, pur separati nella loro articolazione interna e negli ingressi, sono stati accorpati il Tribunale e la Procura dei Minori, il Tribunale di Sorveglianza e la sede dei Giudici di Pace.

“Questa è un’idea di giustizia nuova – ha commentato Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla giustizia – non è solo efficiente ma anche bella e praticabile. Un plus perla città ma anche per l’utente. Un ambiente migliore significa anche una giustizia migliore”.

Per noi – ha sottolineato Antonio Decaro, sindaco della città – questa è una tappa importante di un lungo viaggio di un percorso che vede una meta. Ad aprile dopo la conferenza di servizi iniziamo i lavori di demolizione. Per me era importante che la città fosse protagonista di questo video, ringrazio Sisto per il contributo determinante a questa vicenda, anche dal punto di vista economico, ma anche per l’impegno e per le modifiche normative. Questa sarà l’opera pubblica più importante della mia città nei prossimi anni. Mi sono seduto a tanti tavoli in questi anni, abbiamo messo gli interessi della comunità davanti a tutti per cercare di creare clima istituzionale di collaborazione. Abbiamo fatto squadra e abbiamo ottenuto risultato importante. Due caserme abbandonate che si trasformano nel parco della giustizia: un segnale forte per la città, una richiesta di fiducia nella giustizia.

Ho cercato di onorare l’impegno da sindaco il 16 dicembre del 2014, firmando il primo protocollo per l’individuazione delle due caserme. L’opera – ha precisato – non è solo edilizia giudiziaria: stiamo parlando di dieci ettari di area a verde. Da parte del comune – ha sottolineato – massimo impegno ad affrontare la conferenza di servizi e le ultime autorizzazioni per un’opera sostenibile, aperta, simbolica per Bari. Un’ opera di visione e di sostanza che restituisce – ha concluso – dignità agli operatori di giustizia e fiducia ai cittadini”.

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