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Bari, manifestazione per pace in Medio Oriente: “Stop alla violenza”

In piazza Diaz - VIDEO -

Pubblicato da: Adalisa Mei | Sab, 14 Ottobre 2023 - 17:47

E’ iniziata alle 17  in piazza Diaz a Bari la  manifestazione regionale organizzata dopo l’acuirsi della situazione drammatica che si sta vivendo in Israele e Palestina a seguito dell’attacco di Hamas ai civili israeliani e della controffensiva di Tel Aviv contro Gaza. L’appuntamento, che ha come parole d’ordine “Fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la pace, vede l’adesione di numerose associazioni locali laiche e confessionali: tra queste Acli, Anpi, Arci, Auser, Azione Cattolica, Banca Etica, Centro Studi ‘Hrand Nazariantz’, Cgil Puglia, Frati Minori di Puglia e Molise, Forum Terzo Settore Puglia Libera, Movimento Nonviolento, Masci, Meic, Partito della Rifondazione Comunista, Peacelink, Provincia delle Puglie dei Frati minori cappuccini, Rete dei Comitati per la Pace, Rete delle donne costituenti, Sinistra Italiana, Stati Generali delle donne, Ufficio regionale Pastorale sociale e del Lavoro.

Presenti anche molti comitati per la pace locali di diverse città, Radici Future, Migrantes e Comboniani dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto e gli Uffici Pastorali sociali e del Lavoro delle diocesi di Bari e di Altamura. La manifestazione-presidio chiede “l’immediato intervento della comunità internazionale e la fine delle ostilità tra Israele e Palestina”. Nel documento, che ricalca l’appello nazionale sottoscritto dalla principali organizzazioni della società civile si condanna “l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi. Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione”.

“Non vi è giustificazione alcuna – si legge – per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare. La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia palestinese, sia israeliana è assoluta. Hamas – affermano – deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità per il bene del popolo palestinese. Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani”. Il 7 ottobre, la data dell’attacco di Hamas viene interpretata come “una radicale svolta militare, di guerra, che porterà nuove vittime e nuovo odio senza risolvere le cause che, da quasi un secolo, travolgono la popolazione e la terra di Palestina e d’Israele. È evidente per di più il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere il Medio Oriente”, sottolineano.

“Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura. Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – prosegue il documento – affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione israeliana ed alla resistenza armata palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche. Noi, come gruppi, movimenti, associazioni della società civile, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali palestinesi ed israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato. Per questo invitiamo tutti i cittadini e cittadine ad aderire e partecipare al presidio convocato a Bari”.

 

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