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Bari, la ludopatia nei centri scommesse: “Visto gente farsi del male”

Intervista ad un ex dipendente di un centro scommesse: "Lì non c'è differenza di status: professionisti giocano insieme a senzatetto"

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Ven, 9 Febbraio 2024 - 12:13
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“Ho visto un cliente che si prendeva a schiaffi da solo e una volta ha dato una testata ad una colonna ed è svenuto”. A raccontare quanto avviene nei centri scommesse della città è un ex dipendente che ha lavorato per oltre dieci anni a stretto contatto con tantissimi ludopatici. “Ciò che più mi meravigliava ogni volta – racconta – è vedere professionisti giocare accanto a senzatetto, lì si annullava qualsiasi status”.

Come è cambiato il mondo della ludopatia nei centri scommesse?

“Non è cambiato, se non peggiorato. Molti clienti per non fare vedere che hanno un problema girano da un centro scommessr all’altro. Quando iniziai anni fa andavano di moda calcio e ippica, da quando è partito il gioco virtuale, questo è diventato preminente: ci sono continue corse di cavalli, di cani, partite di tennis. I ludopatici sono convinti di prevedere quello che il pc sceglierebbe, stando lì tutto il giorno in base ai risultati, e ragionano in questi termini, non si rendono conto che ci sono dei computer dietro a quei cavalli, eppure loro incitano lo stesso come se fossero veri”.

Ci sono storie che l’hanno particolarmente colpita?

“Di storie ce ne sono tante. Ricordo un cliente che giocava 500 euro a corsa e  dopo aver perso tutto, comunque veniva e giocava tipo un euro. Parliamo di un professionista. C’era poi questo artigiano che era in agenzia fino a notte e ci pagava persino la cena a tutti. L’ho visto prima prendersi a schiaffi dopo una sconfitta e una seconda volta prendere a testate la colonna fino a svenire. Mi disse, quando si riprese, di denunciarlo. Poi però mi chiese di fare finta di nulla e ritornò a giocare”.

Lo Stato ha fatto abbastanza per ridurre la ludopatia? 

“Direi di no. Il “nuoce gravemente alla salute” o i cartelli sono ridicoli, non hanno alcun senso e non portano risultati. Anche aumentare la tassazione sul gioco legale non ha portato benefici. Il vero problema che non è controllabile è quello dei giochi online che non sono tracciabili: ora sul web anche i minorenni si creano account falsi per giocare. Anche i limiti di giocata che vengono imposti sono facilmente eludibili”.

Quali sono secondo lei i quartieri nei quali attecchiscono maggiormente i centri scommesse?

“C’è l’errata convinzione che nelle zone più ricche ci siano più sale scommesse, invece è il contrario. Dove c’è più popolazione e anche più ignoranza la ludopatia attecchisce. C’è da dire che comunque molti centri scommesse hanno chiuso perché alla fine il cliente si fida dei centri in cui il pagamento avviene in maniera veloce. In città  si è registrato invece un aumento delle videolottery che necessitano di  poco personale e lì i clienti non fanno altro che mettere i soldi e in caso di vincita ritirare alla cassa. C’è da aggiungere anche un altro aspetto:  le agenzie scommesse sono viste anche come centri di aggregazione. Io vedevo  molti anziani che venivano, anche senza scommettere, solo per stare in compagnia Lì diventa un micro mondo, ho visto giocare insieme professionisti con pregiudicati. Non si guardava proprio allo status. Anche i senzatetto giocavano. Quando prendevano dei soldi se li giocavano e poi tornavano il mese successivo”.

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