Martedì 13 maggio, alle 20,30, nell’Auditorium Casa del Mutilato di Bari (via Largo Fraccacreta) prosegue con il secondo appuntamento la trentesima stagione del Collegium Musicum, con la sezione «Gli arnesi della musica», concerti in cui è protagonista uno strumento musicale in particolare, con brani ad esso dedicati e l’illustrazione del suo funzionamento, a cura degli esecutori. Stavolta è il turno del flauto dolce, con la flautista Natalia Lucia Bonello, insieme alla clavicembalista Claudia Di Lorenzo: con loro dialogherà la fisica nucleare Giuliana Galati, in una panoramica sul flauto dolce attraverso il repertorio rinascimentale, barocco e moderno, e una prima esecuzione assoluta, commissionata dal Collegium al compositore tarantino Giulio Lomartire. Il concerto sarà anticipato da un matinée alle 10,30, per le scuole.
Il programma del concerto si configura come un affascinante viaggio attraverso i secoli e le molteplici voci del flauto dolce. Si apre con le miniature avifaunistiche tratte da «The Bird Fancyer’s Delight» (1708) di John Walsh, in cui il Garklein – il più piccolo tra i flauti dolci – riproduce i canti di uccelli con grazia imitativa. Segue la «Chanson Baladèe» (1976) di Antonino Riccardo Luciani, nota come sigla del programma televisivo «L’almanacco del giorno dopo», scritta per flauto sopranino e clavicembalo in un gioco nostalgico di melodie sospese. Il seicentesco Dario Castello è presente con la «Sonata prima» dal Secondo Libro delle Sonate Concertate, esempio emblematico dello “stile moderno” veneziano. Di Girolamo Frescobaldi si ascolta invece la «Canzona detta la Bernardina», in cui il flauto tenore rinascimentale dialoga con il clavicembalo, evocando atmosfere arcaiche e raffinate.
Il repertorio barocco prosegue con due pagine di Georg Philipp Telemann – una «Siciliana e Allegro» dalla Partita in sol maggiore per flauto soprano, e un movimento da una Sonata in do per flauto contralto – e con l’Adagio dalla Sonata II in do maggiore di Francesco Barsanti, brano denso di lirismo. L’Italia è rappresentata anche da Antonio Vivaldi, con il celeberrimo Largo dal Concerto RV 443 per flautino, archi e basso continuo, capolavoro di cantabilità barocca. Si passa poi al Novecento tedesco con la Sonatina in do per flauto soprano e clavicembalo di Richard Rudolf Klein, lavoro vivace e strutturalmente cristallino. Chiude il programma la prima esecuzione assoluta di «Mayurapattra», nuova composizione del giovane pugliese Giulio Lomartire, scritta per flauto contralto e clavicembalo e commissionata dal Collegium Musicum: un omaggio contemporaneo alla tradizione che reinventa la voce del flauto in chiave poetica e visionaria.