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In Italia nascono sempre meno bambini, in 10 anni 120mila parti in meno

Pubblicato da: redazione | Lun, 21 Gennaio 2019 - 20:30
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In Italia nascono meno bimbi, negli ultimi 10 anni ci sono stati oltre 120 mila nati in meno, e le mamme sono iperprotettive. Questo il quadro tracciato in occasione del convegno «I pediatri e le sfide del nuovo millennio: denatalità e organizzazione sanitaria» organizzato dalla sezione regionale Puglia di Simpef – Sindacato medici pediatri di famiglia, al via da oggi a Bari.

Secondo il rapporto Istat presentato a fine novembre scorso, infatti, nel 2017 i bambini nati sono stati oltre 15 mila in meno rispetto al 2016 e quasi 120 mila in meno rispetto al 2008. Questa tendenza pare essere confermata anche nel 2018: i dati provvisori riferiti al primo semestre mostrano già 8.400 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Il calo della natalità in Italia sembra quindi aver assunto caratteristiche strutturali.

«Indubbiamente – evidenzia Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef – l’insufficiente accessibilità agli asili nido e alle scuole materne in associazione all’assenza delle figure di sostegno extra-genitoriale, in primis i nonni, hanno contribuito in questi anni alla riduzione del tasso di natalità delle famiglie». «Questo scenario – prosegue – vede i genitori colpiti da un crescente complesso di inadeguatezza, ansia, ma anche de-responsabilizzazione, con una maggior dipendenza dalla figura del pediatra, considerato depositario dell’offerta delle prestazioni sanitarie specialistiche, qualificate, quasi immediate e a costo zero dal modello della nostra assistenza sanitaria. È necessario introdurre misure che rafforzino la percezione di adeguatezza genitoriale, in particolare nel fornire le cure al proprio bambino. Occorre, inoltre, riformare l’organizzazione sanitaria secondo i principi di presa in carico e continuità delle cure». A queste due azioni potrebbe associarsi un’ulteriore misura che contribuisca a creare una rete della presa in carico del bambino, dalla nascita sino alla maggiore età.

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