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Puglia, dal cuoco a chilometro zero all’ingegnere ambientale: il lavoro del futuro è “green”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 22 Novembre 2020 - 13:00
Foto Legambiente Puglia

Lavoro, il futuro è “green”. E’ quanto afferma Legambiente Puglia sulla scia di un progetto di sensibilizzazione, finanziato dal dipartimento delle politiche giovanili e conclusosi nel 2019 dal titolo “Go Green Apulia, Go!”.

Realizzazione di supporti ecosostenibili come tavole da surf o proposte tecnologiche innovative, produzioni di olio biologico, ma anche riciclo di scarti di produzione per generare energia o realizzazione di piani di trasporto urbano interamente sostenibili. Sono solo alcune delle realtà imprenditoriali presenti in regione e pronte ad emergere, raccontate nel report “La Puglia dei Green Jobs” realizzato da Legambiente Puglia con l’intento di valorizzare la “green economy”, ma anche di censire le imprese presenti sul territorio.

Quello in questione è, di fatto, un settore fortemente in espansione che, come ha sottolineato ai nostri microfoni Ruggero Ronzulli, direttore Legambiente Puglia, “non ha subito contraccolpi neanche durante il recente periodo di recessione economica dovuto al Covid, anzi, invece di licenziare o chiudere aziende, ha assunto sempre più persone”. I dati del report, mostrano infatti una costellazione di nuove realtà imprenditoriali pronte ad offrire innovazione, apportando al mercato, non solo nuovi prodotti, ma anche nuovi posti di lavoro, il tutto portando avanti principi sostenibili.

I dati riguardanti la Puglia, nello specifico, parlano chiaro: quello della “green economy” è un settore sul quale la regione ha investito molto, ma che allo stesso tempo, vede una forte carenza di informazione in merito ai settori lavorativi che offrono questo tipo di opportunità, ragion per cui, sottolinea Ronzulli “serve un quadro dettagliato sulle realtà presenti sul territorio”.

Nello specifico, secondo Ronzulli, manca l’opportunità ai giovani, di interfacciarsi con tutte le realtà che, oltre ai lavori già citati, coinvolgono ad esempio anche il settore ristorazione, come la cucina a chilometro zero, oppure, su altri fronti, l’ingegneria ambientale e tra gli altri, le specializzazioni in diritto o giornalismo ambientale. Realtà che, di fatto, potrebbero coinvolgere molti altri versanti lavorativi letteralmente “nascosti” nel sottosuolo dell’economia tradizionale.

Fino ad oggi, stando al report stilato da Legambiente Puglia, risultano quaranta le realtà “green” presenti in regione, dati che secondo Ronzulli, non offrono una lettura completa delle opportunità presenti sui diversi territori.

“In Puglia abbiamo un’idea su quelli che sono gli investimenti green, ma non abbiamo informazioni su chi fa questa tipologia di investimenti e dunque sulle diverse categorie di lavoro – ha sottolineato Ronzulli  – tutte le professioni oggi hanno un risvolto ambientale perché, nel bene e nel male, ormai l’ambiente viaggia insieme a qualsiasi attività quotidiana. Serve tracciare un quadro specifico”.

La necessità di fornire un quadro dettagliato delle realtà territoriali impegnate nel mondo del settore sostenibile, nasce dall’esempio della buona pratica proposta dall’Emilia Romagna.

“Come accade in Emilia Romagna – ha spiegato il direttore di Legambiente Puglia – vorremmo istituire anche nella nostra regione un osservatorio permanente delle politiche di sviluppo sostenibile, strettamente collegato al progetto Go Green Apulia, Go, al fine di avere un luogo reale e fisico di incontro tra tutte le realtà presenti sul territorio, non solo per poterle censire, ma anche per poterle raccontare e fornire strumenti utili affinché esse possano collaborare dando ai giovani l’opportunità di interfacciarsi con imprese e lavori di cui altrimenti non verrebbero a conoscenza” – ha specificato ancora Ronzulli, sottolineando la maggiore sensibilità al tema rispetto agli anni passati.

“Bisogna cogliere questo fermento per esortare i giovani a non fermarsi alla semplice protesta, dimostrando che un mondo diverso è possibile anche nel mondo imprenditoriale – conclude Ronzulli – è il momento di guardare alle imprese non più come nemiche, ma come nuove opportunità per creare ulteriori posti di lavoro che aprano il proprio dialogo a principi di salvaguardia utili per il processo di cambiamento. Non resta che attendere il nome del nuovo assessore regionale per poterci sedere al tavolo e strutturare l’osservatorio. Toccherà alle istituzioni favorire la crescita delle start-up giovanili  soprattutto nel settore green”.

(Foto Legambiente Puglia)

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