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Covid, in Italia test dimezzati nell’ultimo mese, ma aumenta rapporto tra positivi e tamponi

Pubblicato da: redazione | Mar, 29 Dicembre 2020 - 18:15

Ridotto drasticamente il numero di tamponi effettuati in Italia nell’ultimo mese. E’ quanto emerso da un’analisi dei dati condotta dal fisico Giorgio Sestili sul network di comunicazione della scienza “giorgiosestili.it”.

Il dato, confermato anche dal virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano, narra di un netto dimezzamento del numero di tamponi rispetto a novembre. In particolare si è passati da 1,5milioni a settimana a poco più di 900mila tamponi.

“E’ un calo molto importante, che può essere positivo se legato al fatto che si abbassa la curva dei contagi, in quanto se meno persone hanno i sintomi c’è meno richiesta – ha spiegato Sestili – Ma è negativo se vediamo salire il rapporto fra casi positivi e tamponi, come sta accadendo in questi giorni”.

Nella giornata di ieri, infatti, questo rapporto ha toccato il 14,9%. Una percentuale che, di fatto, non si vedeva dal 23 novembre scorso. Allarmanti anche i dati tra i casi positivi e i casi testati, ovvero il numero di tamponi al netto di quelli fatti più volte alle stesse persone, che sono, nello specifico, il 36%. “In assoluto il valore più alto della seconda ondata” – ha confermato Sestili specificando, inoltre che “potrebbe voler dire che si fanno i tamponi solo ai sintomatici”.

I dati lasciano aperti i dubbi su una questione, quella della riduzione del tracciamento, che secondo gli esperti non dovrebbe essere sottovalutata. Rispetto a novembre il numero di tamponi è sceso in media da oltre 200mila a 150mila al giorno.

A confermare questi dati anche Broccolo.  “Fino a un mese fa – ha sottolineato il virologo – Si facevano più tamponi, mentre adesso dopo 21 giorni di isolamento alle persone positive asintomatiche il tampone non viene più fatto in quanto sono ritenute non contagiose. Inoltre, dallo stesso periodo, sul numero dei positivi pesano soprattutto i nuovi casi e non i tamponi fatti nel tempo. Dati per cui pesa il maggiore ricorso ai tamponi rapidi che ha contribuito notevolmente alla riduzione del tampone molecolare”.

Secondo il virologo, in particolare, per un monitoraggio completo, che dia indicazioni sia del decorso dell’infezione, sia del contagio, occorrono invece più tamponi con una valutazione della carica virale, almeno nei casi asintomatici che terminano l’isolamento, sebbene ancora positivi.

 

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