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In via Argiro le tracce di “Barium”: ecco i dettagli sui reperti tra età romana e tardoantica

Pubblicato da: redazione | Gio, 20 Maggio 2021 - 12:30
reperti via Argiro

Ritrovati antichi reperti nel corso dei lavori di Acquedotto Pugliese di risanamento della rete idrica del centro della città di Bari. I lavori – avviati nell’ambito del progetto denominato “Risanamento Reti 3” per il rifacimento di circa 19 chilometri della rete cittadina per un valore di 8,6 milioni di euro –  sono seguiti dalla Soprintendenza attraverso la sorveglianza archeologica, come previsto dal codice degli appalti nella procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico.

Nello specifico, nella centrale via Argiro, posta a breve distanza dal nucleo antico della città, è emerso un ampio palinsesto di evidenze archeologiche. Dalle primissime analisi ed osservazioni sono inquadrabili tra età romana e tardoantica; sia pure in parte intaccate dalla rete dei sottoservizi preesistenti, tali evidenze forniscono una testimonianza assai preziosa ai fini della ricostruzione del quadro insediativo dell’area extra moenia di Barium.

Questa zona della città era peraltro già nota per rinvenimenti archeologici (assi viari, tombe, epigrafi), emersi alla fine dell’Ottocento-inizi del Novecento. Durante le attività di scavo sono state individuate, per quanto parzialmente compromesse, alcune tombe a fossa terragna – una delle quali conserva parte della copertura in lastre calcaree di grandi dimensioni – ed alcuni piani di frequentazione messi in opera utilizzando materiale eterogeneo come pietrame e laterizi. Uno di questi, maggiormente strutturato, sembra configurarsi come un lastricato in pietre calcaree. I rinvenimenti ceramici (ceramiche fini da mensa italiche ed africane) sembrano confermare l’orizzonte cronologico proposto.

Gli approfondimenti in corso in questi giorni sono condotti grazie alla disponibilità di Acquedotto Pugliese da sempre attento al patrimonio archeologico rinvenuto nel corso di questi interventi sul territorio pugliese. La direzione scientifica è della Soprintendenza (arch. Maria Piccarreta Soprintendente, Caterina Annese funzionario archeologo, Elena Dellù funzionario antropologo). Il lavoro sul campo è seguito dagli archeologi della Faber srl (Vito Lucente e Michele Sicolo).

A conclusione dei lavori di scavo si potranno acquisire ulteriori importantissimi dati; in particolare, informazioni sia sull’organizzazione e articolazione dello spazio insediativo del suburbium meridionale della città sia sulla dislocazione dello spazio necropolare e sulla viabilità di collegamento con i vicini centri di Butuntum e Caelia, l’antica Ceglie del Campo.

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