In merito all’articolo qui citato, pubblichiamo la replica del prof. Ing. Sharif Lorenzini, in proprio e in qualità di Presidente e Legale Rappresentante della Comunità Islamica d’Italia (CIDI) –associazione non riconosciuta.
“Constato con non poco stupore, che con l’articolo di cui all’oggetto si è data voce alle infondate e diffamatorie affermazioni del sig. Said El Amori, autoproclamatosi legale rappresentante della Comunità Islamica d’Italia, nonostante che la competente Autorità Giudiziaria, con ordinanza del settembre 2021, abbia dichiarato inammissibile il ricorso presentato dallo stesso teso ad accertare la effettiva titolarità della carica, nonché ad ordinare la cessazione a carico dello scrivente delle condotte di uso e spendita del nome dell’associazione. Come è ben noto ad El Amori, peraltro condannato anche alle spese del giudizio, il Giudice della I^ Sezione Civile del Tribunale di Bari lo ha ritenuto falsus procurator, ritenendo del tutto invalida la procedura che avrebbe portato al conferimento del paventato potere in capo allo stesso, di talché ad oggi l’unico Presidente e legale rappresentante della Associazione Comunità Islamica d’Italia, CIDI, ivi compresa la circoscrizione del Sud Italia cui afferisce la comunità di Bari, è e rimane il sottoscritto Prof. Ing. Sharif Lorenzini”.
“Anche in relazione alla presunta accusa, avanzata dal predetto Said El Amori di essersi appropriato di denaro indebitamente percepito dalla Regione Puglia per circa 100.000 Euro, non posso esimermi da effettuare precisazioni in fatto che, oltre che note al dichiarante El Amori, sarebbe stato opportuno verificare prima di ogni diffusione: la vicenda, risalente peraltro al 2008, è già stata ampiamente esaminata dall’Autorità Giudiziaria penale che a tutt’oggi non ha mosso alcun tipo di accusa nei confronti del sottoscritto. Inoltre, il denaro è pervenuto non nelle mani del Prof. Ing. Lorenzini, ma di una associazione della quale all’epoca della percezione non ne era legale rappresentante. Ancora, il giudizio civile intentato dalla Regione Puglia per il recupero della detta somma è tutt’ora pendente. Opportuno, se non doveroso, quindi, era effettuare verifiche, per quanto minimali, alle infondate affermazioni del sig. El Amori, innanzitutto procedendo quanto meno all’instaurazione di un contraddittorio con il sottoscritto, chiamato gratuitamente in causa. Senza omettere di rimarcare l’idoneità della diffusione di notizie di tal fatta ad alimentare in settori della Comunità Islamica un clima di odio nei confronti di quest’ultimo di non sempre prevedibile esito”.