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Più schermi e meno sport, il peso del Covid sui bambini

A certificarlo sono i dati dell'Oms Europa

Pubblicato da: redazione | Gio, 25 Maggio 2023 - 09:01
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Tra lockdown e misure di distanziamento, la pandemia Covid, ha cambiato le abitudini di tutti, in particolare dei bambini. Uno su tre ha passato più tempo davanti allo schermo e ha ridotto l’attività fisica, mentre il 20% dei genitori ha visto peggiorare livelli di attenzione dei propri figli. A certificarlo sono i dati dell’Oms Europa che dimostrano gli effetti della pandemia in 13 dei 53 paesi europei per un totale di quasi 43.000 famiglie, incluse 4.900 italiane. Il 30% delle famiglie ha iniziato a cucinare più pasti fatti in casa durante la pandemia, consentendo un maggiore controllo su ingredienti più sani, in genere, di quelli del cibo comprato al supermercato o ordinato a domicilio. Un genitore su 5 ha però riferito però che i propri figli hanno iniziato a consumare più dolci come caramelle, torte, gelati e pasticcini, portando a un aumento del rischio di obesità. Tanto che è raddoppiata la percentuale di genitori che riteneva che il peso dei loro figli fosse aumentato.

Le restrizioni imposte durante la pandemia hanno ridotto le opportunità per i bambini di dedicarsi all’attività fisica e al gioco all’aperto: il 30% è diventato meno attivo rinunciando a andare in bicicletta, giocare a calcio o correre nel parco. Sono aumentati di pari passo i livelli di tempo sullo schermo. Durante il lockdown, circa il 36% dei bambini ha trascorso più tempo guardando la televisione, giocando ai videogiochi o utilizzando i social media. L’impatto negativo che Covid-19 ha riguardato anche il benessere psicologico, con una riduzione della capacità di attenzione riscontrata nei propri figli da almeno 2 genitori su 10.  “Le lezioni che abbiamo tratto – commenta Kremlin Wickramasinghe, consigliere dell’Oms Europa per l’alimentazione – sottolineano l’importanza di attuare politiche efficaci per migliorare l’alimentazione, incoraggiare l’attività fisica e proteggere il benesser delle famiglie”. Ciò “è particolarmente importante per proteggere la salute dei gruppi dei gruppi socioeconomici più svantaggiati, che sono stati colpiti più duramente dagli effetti della pandemia”.

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