Tavole volanti che tagliano il cielo e accarezzano il mare. E’ un’immagine sempre più frequente sulle spiagge, sempre più vive, della città. Ed è presto spiegato: l’hydrofoil è la nuova passione degli amanti degli sport acquatici. Un pò windsurf e un pò kite: l’hydrofoil ha di tutto un pò. E’ il vento che ti sfiora il volto, è la sensazione di toccare il cielo. E’ in sostanza un componente aggiuntivo per surf, wind surf, kite surf, sup e altre tavole simili, formato da un’ala anteriore di maggiori dimensioni, una posteriore più piccola (unite da una sorta di staffa) e da un piantone che permette di agganciare questa struttura al fondo della tavola. In pratica è quasi un piccolo deltaplano da agganciare sotto al surf e, proprio come il deltaplano, sfrutta il principio fisico della portanza per funzionare: una volta raggiunta una determinata velocità (che dipende dalle dimensioni dell’hydrofoil) l’ala anteriore genera una portanza che spinge l’hydrofoil (e la tavola alla quale è collegato) verso l’alto.
Basta pensare ad un aereo che decolla dalla pista per capire di cosa stiamo parlando e, come l’aereo, una volta alzatosi anche l’hydrofoil raggiunge una velocità estremamente elevata. In più, poiché la tavola da surf non tocca più la superficie dell’acqua, quindi tutto il sistema fa molto meno attrito e la velocità cresce ulteriormente.
E’ lo sport del momento – spiega John Iacobazzi che assieme al fratello ha fondato Impact, associazione sportiva dedita agli sport acquatici. Le richieste negli ultimi anni stanno crescendo e noi siamo ben lieti di accogliere nella nostra struttura queste nueve passioni. Generalmente ad approcciarsi a questo sport sono i giovanissimi. Loro vogliono allenarsi sempre e non essere condizionati dal vento come tutti i surfisti che senza vento restano a casa. Inoltre l’attrezzatura leggere e comodoa consente di potrersi approcciare a questo sport in qualsiasi momento. Certo ci sono anche i fuoriusciti dal wndsurf o dal kite che trovano grande interesse in quets nuova disciplina.
E così vele grandi e piccole e tavole che sfrecciano sulle onde fanno abbracciano il mare barese oggi più che mai rinato. “E’ cambiata la cultura del mare e il rapporto tra bari e il mare è diventato più forte. Non potevamo restare legati alla sdraio sul lungomare e alle fornacelle. Bari è anche questo e grazie all’impegno di ognuno di noi, siamo riusciti a costruire una bella realtà, un pinto di riferimento per il resto della Puglia. Ora abbiamo solo un dovere: proseguire su questa strada”.
D’altronde quest’anno ad aver conquistato l’onore delle cronache è stato Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook, che ha pubblicato un decisamente patriottico video da 1 minuto e 11 secondi in cui fa surf al tramonto con la bandiera americana in mano e Take Me Home, Country Roads di John Denver come sottofondo. Qualcuno ha apprezzato il patriottismo, altri la canzone, tutti si sono chiesti come faceva il surf di Zuckerberg a veleggiare a mezzo metro dalla superficie dell’acqua. La risposta a questa domanda è una sola: hydrofoil. E gli appassionati baresi sono pronti a questa nuova avventura surfistica.