Sono le 10.53, in stazione (a Palese) i pendolari sono arrivati puntuali, ma il treno non c’è. Una voce all’altoparlante toglie ogni dubbio: “Il treno in arrivo per Bari viaggia con qualche minuto di ritardo”. Ne passano circa dieci di minuti e finalmente il treno arriva, ma per assicurarsi anche un angolino, rigorosamente in piedi, bisogna farsi spazio tra la gente stipata nel vagone letteralmente quasi l’una sull’altra, mentre si spera che il treno non si blocchi nel nulla in attesa del semaforo verde per ripartire e iniziare di corsa le proprie giornate. È così che vivono i pendolari a Bari, “sospesi” tra un’attesa e l’altra in una storia che è ormai “quotidiana” e non riguarda più soltanto negli orari di punta, ovvero quelli che vanno dalle 7 alle 9, e dalle 12 alle 14, momenti in cui l’affluenza è maggiore per via di spostamenti legati a lavoro, università e scuola, ma anche altre fasce orarie, come quelle delle 11 (ma non solo) quando oltre ai soliti pendolari il treno pullula di turisti. Disagi che stanno mandando in tilt i cittadini, tra loro studenti e lavoratori che ogni giorno fanno fatica a raggiungere il centro cittadino.
“La settimana scorsa non c’è stato un giorno in cui il treno non abbia avuto problemi – spiega una studentessa delle scuole superiori – un giorno c’erano guasti, quello dopo è stato investito un uomo, quello dopo ancora un animale, quello dopo ancora persone sui binari. Ogni giorno, per mesi, la storia è la stessa. Ormai arrivo tardi a scuola, i prof hanno capito la situazione, non sono l’unica. Non è accettabile che si paghino abbonamenti per ricevere in cambio un servizio scarso. Ho chiesto ai miei genitori di pensare al motorino, mi hanno bocciato l’idea. Un vero peccato, perché tutto il tempo che perdo ad aspettare il treno e a dover rincorrere coincidenze per prendere altri mezzi, potrei utilizzarlo per arrivare in tempo a scuola e fare tutto con calma, senza alcuno stress. Perché così diventa davvero dura e il freddo deve ancora arrivare”, conclude. “Questa è l’amministrazione del verde urbano, dei trasporti per non gravare sull’ambiente eppure – tuona una lavoratrice – tutto funziona male. Ogni mattina mi sveglio, vengo in stazione per evitare di utilizzare la macchina e poi per via dei ritardi sono costretta a prenderla sobbarcandomi di ulteriore difficoltà per via di una tangenziale sempre intasata. Quando riesco a prendere il treno sono costretta a viaggiare in vagoni stracolmi, non è che pensano ad aumentarli visto che siamo tanto e non solo. Arriviamo tardi e torniamo a casa ancora più tardi. Pochi giorni fa ho finito di lavorare intorno alle 13, ma sono arrivata a casa alle 15. Non è normale, non si può vivere in questo modo. Eppure paghiamo, devono esserci soluzioni”, conclude.