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Restaurare il Moderno: venerdì a Bari gli architetti Multari, Netti, Fragasso e Foti a confronto

Appuntamento in Comune

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Ottobre 2025 - 13:57
Leon dOro prima del 2010
Il grattacielo Pirelli a Milano, la Concattedrale di Taranto, l’Hotel Leon d’Oro e la Clinica Santa Maria a Bari: cos’hanno in comune? Non basta impedire che le architetture contemporanee vengano demolite, bisogna salvarle, curarle dagli acciacchi e adeguarle a nuove funzioni ma senza deturparle. «Il restauro del Moderno»: è questo il tema del dibattito che si terrà  venerdì 24 ottobre, nell’aula consiliare “Dalfino” del Comune di Bari (inizio alle 16.30). È il secondo incontro programmato nell’ambito della mostra «Sorprendente Novecento. Onofrio Mangini, architetto», organizzata dalla Città di Bari, dall’Ordine degli architetti, dei paesaggisti, dei pianificatori e dei conservatori di Bari e dall’ANCE Bari-Bat, al Museo Civico di Bari e curata da Nicola Signorile e Danilo Stefanelli.
Raccontano le loro esperienze, tra progetti e cantieri, gli architetti Giovanni Multari (Studio Multari&Corvino, Napoli), Lorenzo Netti (Studio Nettiarchitetti, Bari), Beppe Fragasso (vicepresidente nazionale dell’InaArch) e l’ingegnere Dora Foti, docente del Politecnico di Bari, studiosa delle strutture in cemento armato e del loro restauro.
«Per noi – sono parole dell’architetto Onofrio Mangini – il cemento armato allora era la materia dell’impossibile. Eravamo entusiasmati dalla possibilità di realizzare forme e dimensioni inedite, fare finalmente ciò che il mattone ci impediva anche solo di immaginare. Ma soprattutto il cemento armato ci appariva indistruttibile e ci eravamo convinti che sarebbe stato pressoché eterno».  La chiesa della Maddalena, a Carrassi, con le sue vele di calcestruzzo che fanno in quattro il cielo, è il frutto di questo slancio creativo, che attraversa la migliore architettura del secondo Novecento, esposta oggi alle minacce del degrado dei materiali e alle incongrue ristrutturazioni quando non alla demolizione per scopi di speculazione immobiliare.
Il seminario di studio di venerdì 24 mette dunque a confronto le architetture di Mangini, di Gio Ponti, di Pierluigi Nervi, con il racconto di consapevoli restauri. Giovanni Multari, docente all’Università di Napoli “Federico II” illustrerà tecniche e strategie messe in campo per il grattacielo Pirelli a Milano (Nervi, Ponti e altri, 1950-1960)  mentre Beppe Fragasso parlerà del recente restauro della Concattedrale di Taranto ( Gio Ponti, 1964-1970), segnata da un grave degrado del cemento armato e dalla scarsa manutenzione negli anni. Due opere di Onofrio Mangini, infine,  all’attenzione del pubblico che le riconosce senza dubbio: Lorenzo Netti descriverà il restauro operato tra il 2002 e il 2010 sull’edificio dell’Hotel Leon d’Oro (1973). Purtroppo, il progetto di Mangini e il restauro di Netti non sono sopravvissuti alla disastrosa ristrutturazione appena conclusa, che ha stravolto non solo gli interni ma anche i prospetti di uno degli edifici più innovativi del centro del capoluogo pugliese.  Dora Foti illustrerà i pregi delle strutture portanti della Clinica Santa Maria (1961-1970) e il rapporto tra Mangini e Nervi, indicando le strade da seguire nel restauro del cemento armato e una ipotesi di intervento per la Santa Maria. Una curiosità, se non una prova: in un fascicolo della rivista aziendale delle industrie Saint Gobain apparivano insieme le illustrazioni della Clinica Santa Maria e del Grattacielo Pirelli.
Per una significativa coincidenza, la mostra dedicata a Mangini, con i suoi incontri di studio, avvengono negli stessi  giorni in cui la Giunta comunale di Bari approva un elenco di 201 edifici moderni e contemporanei di cui si impedisce la demolizione e sostituzione edilizia. È il primo momento del confronto auspicato dall’urbanista Angela Barbanente proprio nel corso dell’inaugurazione della mostra, per dare piena attuazione allo spirito della legge regionale n. 14 del 2008.
Il catalogo della mostra, nella collana dei documenti del Museo, è pubblicato da Mario Adda Editore. La rassegna, che resterà aperta al pubblico fino al 9 novembre, ha ottenuto il patrocinio dell’Università degli Studi di Bari, del Politecnico di Bari, della Città Metropolitana di Bari e della sezione di Italia Nostra e il sostegno della Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
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