Per la prima volta all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese, è stato sperimentato con successo un trattamento innovativo per forme gravi di ipoglicemia che non rispondono ai farmaci convenzionali. Si tratta della tirzepatide, un farmaco in grado di agire su più recettori ormonali contemporaneamente, e il caso è stato documentato sulla rivista scientifica internazionale Jcem Case Reports dell’Oxford University Press.
La paziente, una donna di 40 anni, soffriva di ipoglicemie ricorrenti e severe dal 2020, dopo un intervento chirurgico che aveva comportato la rimozione totale di stomaco e duodeno. Nonostante numerosi tentativi terapeutici, le crisi continuavano a manifestarsi più volte al giorno, compromettendo gravemente la sua vita quotidiana e costringendola a ricorrere alla nutrizione endovenosa.
Gli endocrinologi del Miulli hanno identificato la causa del problema: la mancanza dello stomaco e del duodeno aveva determinato un deficit degli ormoni Gip e una ridotta secrezione di Glp-1, provocando un’eccessiva risposta insulinica e quindi le ipoglicemie. Con l’introduzione della tirzepatide, in grado di stimolare entrambi i recettori, il controllo ormonale è stato parzialmente ripristinato, portando a un miglioramento significativo della condizione della paziente.