I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un’ordinanza applicativa di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, con la quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di quattro persone, accusate a vario titolo, in concorso, di “tentato omicidio premeditato” e “detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un’arma da fuoco”, aggravati dalle modalità mafiose.
Le indagini, coordinate dalla DDA di Bari e sviluppate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri per mezzo di servizi di osservazione, pedinamenti e attività tecniche, nonché supportate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e dalla testimonianza di un militare dell’Arma dei Carabinieri che aveva occasionalmente assistito all’evento, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni arrestati – tutti appartenenti alla compagine del quartiere Carrassi del più ampio clan Palermiti, attivo sul territorio di Bari e provincia – e di individuare il movente del grave fatto delittuoso.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, sono emerse le ragioni e le modalità esecutive del grave fatto criminoso consumato nel quartiere Carrassi di Bari il 28 dicembre 2023, mentre la vittima, un 25enne, percorreva a bordo del proprio motociclo l’intersezione tra via Timavo, via Petrera e via Montegrappa – arteria stradale caratterizzata da intenso flusso veicolare e presenza di numerose abitazioni – in fascia oraria (circa le ore 20:00) di elevata frequentazione, anche in ragione dell’apertura degli esercizi commerciali della zona e del periodo di festività natalizie, veniva fatta segno di un azione di fuoco, alla presenza di ignari passanti, da parte di un commando composto dagli indagati, uno dei quali esplodeva, all’indirizzo della vittima, almeno 4 colpi d’arma da fuoco.
L’indagine ha consentito di ricondurre l’evento delittuoso ad un quadro di situazione più ampio individuato da un lato nelle condotte prevaricatrici messe in atto dalla vittima, la quale approfittando della lunga detenzione del referente del quartiere Carrassi (clan Palermiti), tentava di assumere il controllo dei traffici illeciti del quartiere e dall’altro, nella condotta reattiva degli indagati, i quali al fine di interrompere le condotte prevaricatrici della vittima, commissionavano ed eseguivano materialmente un azione armata, nei suoi confronti.