La Puglia rientra tra le regioni con il rischio più alto di morte sul lavoro. Nei primi dieci mesi del 2025 si contano 48 vittime in occasione di lavoro, un dato che colloca la regione in zona rossa, con un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, secondo cui la Puglia è al settimo posto in Italia per numero assoluto di decessi, preceduta da Lombardia, Veneto, Campania, Emilia-Romagna, Piemonte e Sicilia.
Il quadro nazionale mostra 896 vittime complessive tra gennaio e ottobre: 657 morte durante l’attività lavorativa e 239 nel tragitto casa-lavoro. Sono sei in più rispetto allo scorso anno. Il settore delle costruzioni continua a essere il più colpito, con 119 decessi, seguito da manifatturiero (98), trasporti e magazzinaggio (84) e commercio (57).
L’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, commenta che «le morti sul lavoro restano una problematica irrisolta», sottolineando come oltre metà del Paese si trovi oggi in zona rossa o arancione. L’Italia registra inoltre un’incidenza particolarmente elevata tra gli over 65, con 86,9 morti ogni milione di occupati, e tra i lavoratori tra i 55 e 64 anni, che rappresentano anche la fascia con il maggior numero di vittime (240). Preoccupante anche la situazione delle donne, con 74 decessi totali, e quella dei lavoratori stranieri, per i quali il rischio risulta più che doppio rispetto agli italiani: 57,7 morti ogni milione di occupati contro 23,9.
Nel 2025 aumentano anche le denunce di infortunio: da 491.439 dei primi dieci mesi del 2024 si sale a 497.341 (+1,2%). Le attività manifatturiere registrano il maggior numero di segnalazioni, seguite da edilizia, sanità, trasporti e commercio. I lavoratori stranieri rappresentano circa una denuncia su cinque. Secondo l’Osservatorio, il lunedì risulta il giorno più critico, con il 22,8% degli infortuni mortali, seguito dal venerdì e dal martedì.
Foto Freepik