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Karbonica: i colori della ribellione

Pubblicato da: Giuseppe Fraccalvieri | Mer, 22 Marzo 2023 - 12:33

KarbonicaQuei Colori è il primo album full length dei Karbonica, band siciliana che suona un rock con sfumature variegate, ma nel quale è sempre possibile ritrovare le radici più classiche del genere. Il disco ha già regalato un singolo, L’Inganno. Negli ultimi anni i Karbonica hanno ben figurato in vari concorsi e si stanno conquistando la loro fetta di pubblico, non solo a livello locale.

I Karbonica sono: Riccardo Trovato (voce e chitarra), Herry Found (batteria e percussioni), Giuseppe Puglisi (basso e cori), Marco Miceli (chitarra e cori), Orazio Basile (chitarra).

KarbonicaCome nasce il nome Karbonica?

Il nome nasce per sbaglio, leggendo gli ingredienti di un bibita gassata, l’anidride carbonica ci ha quindi dato l’ispirazione. Il nostro bassista ha poi proposto di usare la “k” ed è così venuto fuori “Karbonica”. Si tratta di fatto di una sostanza fondamentale nei processi vitali, ma se respirata singolarmente risulta mortale. Si può fare chiaramente un’analogia con i temi da noi trattati: fastidiosi, scomodi o meglio, velenosi per alcune persone. Al contempo si tratta di dati oggettivi con cui conviviamo e sarebbe molto sbagliato non parlarne, in fondo la musica non può essere solo “cuore, sole e amore”.

Perché la scelta di Quei colori come titolo per l’album?

Il brano Quei colori riassume un po’ lo spirito dell’intero disco, se vogliamo è un grido di rabbia e di ribellione contro tutto quello che ci vuole rendere incapaci di ragionare, di essere noi stessi con tutte le sfumature o “colori” che ci rendono umani, contro l’omologazione culturale, contro un sistema pensato a favore di pochi e a danno di molti. Si tratta di un lavoro che presenta 10 indefiniti colori, ognuno può vederli diversamente, 10 tracce con temi differenti ma che seguono un filo conduttore.

Diverse tracce di questo disco si occupano di problemi del nostro Paese e del nostro Meridione.

I temi trattati nel nostro lavoro sono venuti fuori dall’osservazione dei problemi quotidiani, dalle notizie diffuse dai media, dalla rabbia verso chi potrebbe fare qualcosa ma non fa nulla per rendere più equo il sistema in cui viviamo. La nostra generazione, insomma quella di chi è nato negli anni ’80, è quella che più di tante sta pagando il duro conto della crisi economica, è molto facile essere inc****ti contro chi abusa della propria posizione per trarne vantaggi personali, contro chi sperpera il denaro pubblico, contro un sistema finanziario in grado di pilotare le decisioni dei parlamenti nazionali. Brani come Ti racconterò, La tua rivoluzione o L’Inganno in fondo raccontano quello che è successo. Il Sud sta chiaramente dentro a questo nostro disco, su tutto il tema della corruzione e del clientelismo quali piaghe del meridione, anche se le cronaca nazionale ci ha spesso mostrato come “tutto il mondo è paese”. Non potevamo non trattare il tema dell’immigrazione: noi viviamo in Sicilia, alcune cose le vediamo con i nostri occhi, non serve neanche accendere la tv.

Da band rock, quali gruppi vi sentireste di consigliare per l’ascolto, e che magari hanno contribuito a formarvi?

Se si vuole conoscere il rock, di certo consiglieremmo l’ascolto dei Led Zeppelin, AC/DC, Deep Purple, Jimi Hendrix, Aerosmith e pochi altri che hanno scritto la vera storia del rock.

In mezzo a tanti temi sociali, in Quei colori c’è anche spazio per due brani che parlano di scelte sentimentali.

Essere umani significa anche provare dei sentimenti, sono un tratto importante che ci caratterizza, l’arte nel corso della storia ha espresso in tanti modi i sentimenti umani, di certo un grande spazio lo ha sempre trovato l’amore, il rimpianto, la rabbia e l’odio. Questi stati d’animo possono essere osservati dall’esterno, in quel caso è possibile rappresentare ciò che si vede con i propri opinabili punti di vista, un po’ come fare un ritratto. Proprio questo è successo con Quel bisogno che. In altri casi è la vita a presentare a nostre spese, spunti di riflessione, in quei casi può essere utile provare a mettere nero su bianco tutto questo e fare chiarezza sulle nostre fragilità e sulla bellezza che sta dentro ai colori che gli stati d’animo possono assumere. I sentimenti sono qualcosa di cui l’uomo non può disfarsi in nessun modo, quindi non potevano essere ignorati in questo nostro lavoro.

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