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Nell’inferno dell’ospedaletto: “Ore in attesa senza ricevere cure, siamo andati via”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:22
Ospedaletto

BARI – Un solo medico in servizio, 15 bambini in attesa per una visita e ambulanze che continuavano ad arrivare senza interruzione. Alla fine molti genitori hanno deciso di abbandonare il pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e portare di corsa i propri piccoli in altre strutture sanitarie di Bari o, addirittura, fuori dalla città. E’ quello che è accaduto ieri pomeriggio nel pronto soccorso dell’ospedaletto di via Amendola, dove mamme e papà infuriati per le attese infinite, mentre i loro figli piangevano e si lamentavano, sono stati praticamente costretti a dover rinunciare alla visita. Un delirio scoppiato nel primo pomeriggio ma che, a sentire le denunce dei baresi, si ripete troppo spesso. A raccontare quanto accaduto ieri pomeriggio è una giovane mamma residente in un Comune alle porte di Bari, la signora Giusi. Preoccupata da alcune evidenti tracce di sangue trovate nei rigurgiti del figlio di appena un mese e mezzo, intorno alle 16, con il marito alla guida, è salita in auto e ha raggiunto l’ospedale pediatrico. “Alle 16 e 20 – è la sua testimonianza a Borderline24 – abbiamo raggiunto il Giovanni XXIII, c’erano parecchie famiglie. Abbiamo finito di fare il triage intorno alle 17, ci hanno dato un numero ci hanno fatto uscire, chiedendoci di aspettare il nostro turno”. Nella sala c’erano almeno una decina di bimbi con i loro genitori, col passare dei minuti ne sono arrivati altri. “A chi raggiungeva il Giovanni XXIII con i propri mezzi – prosegue la signora – si sono aggiunti anche i bimbi trasportati in ambulanza per casi urgenti, immagino”. Trascorrono i minuti ma dall’ambulatorio non giungono notizie. “Non ci hanno dato alcuna assistenza medica – prosegue il racconto – oltre a noi, c’era una signora con un bimbo affetto da una patologia rara e che stava male, ma che attendeva dalle 15.45. Una bimba aveva la febbre a 40 e urlava, poverina. E non le hanno dato nemmeno un farmaco per abbassare la febbre”. Alle 19, dopo ormai ore di attesa, scoppia il caos. “Abbiamo chiesto spiegazioni – dice la giovane mamma – ma ci hanno risposto che c’era un medico e che le urgenze avevano la priorità. A quel punto noi e altre coppie abbiamo deciso di andare via e provare in altre strutture”.

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