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Amicizie con i vigili urbani, così i Parisi occupavano le case popolari

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:05

BARI – C’era una stretta connivenza tra i Parisi e alcuni vigili urbani grazie alla quale gli uomini del clan occupavano abusivamente le case popolari di Japigia. E’ quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e dai racconti del pentito Matteo Tulimiero che spiega come, grazie all’amicizia di “Fortunato”, capozona di Savinuccio, con un vigile urbano, Giuseppe Parisi e la figlia di Antonio Cardinale non sono stati mandati via da una casa occupata.

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Il pentito

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“Eravate intervenuti voi in quel momento”, dice Tulimiero rivolgendosi al poliziotto che lo sta interrogando. “Non mi ricordo chi venne a casa di Fortunato ad avvisarlo, comunque uno dei Parisi, che c’era questo problema, che la polizia voleva cacciare fuori sia il figlio di Parisi Giuseppe che la figlia di Cardinale”.

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A quel punto, secondo Tulimiero, entra in scena il collegamento il suo contatto con la polizia municipale: “Contattò questo vigile urbano e andò la pattuglia, e la polizia lasciò i vigili urbani perché, essendo una cosa amministrativa, nel momento in cui arriva la pattuglia dei vigili urbani la polizia, se non ci sono problemi di ordine pubblico, generalmente va via. Rimasta la pattuglia dei vigili urbani, ha certificato la cosa ed è rimasto dentro sia il figlio di Parisi Giuseppe che la figlia di Cardinale”.

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Ecco come il clan occupava le case popolari

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Tulimiero spiega il duplice canale con cui una casa viene presidiata dai non aventi diritto: “Allora, nel momento in cui, non so, muore una persona che abita da sola all’interno della casa popolare, qualcuno, riesce a sapere che quell’appartamento è vuoto. Se c’è la necessità che uno del clan o Palermiti o Parisi ha necessità della casa, o dà i soldi ai parenti della morta dell’appartamento, perché là di solito nello stato di famiglia c’è sempre una seconda persona insieme alla titolare dell’appartamento. Allora se non gli interessa la casa, fa in modo che gli dà i soldi. Se invece questa persona non ha disponibilità di pagarla e di entrare in maniera, diciamo tranquilla, entra, fa l’abusivo. E una volta che entri, è difficile che viene cacciata fuori”.

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Intanto la polizia è sulle tracce di Giuseppe Parisi, latitante dallo scorso 15 marzo quando sono state arrestate 23 persone, tutte appartenenti al clan Parisi.

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