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Bitonto, sovraffollato il centro di accoglienza per migranti: esposto in Procura

Pubblicato da: redazione | Sab, 4 Novembre 2017 - 18:00
(Foto Bitonto Live)

Un centro di accoglienza che potrebbe accogliere 25 migranti e nel quale invece, alcuni mesi fa, ne sono state trovate circa 100. Si tratta del centro di accoglienza straordinario “Maria Cristina di Savoia” di Bitonto gestito dalla Soc. Coop. “Costruiamo insieme”. La denuncia parte direttamente dal vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui centri d’accoglienza, Giuseppe Brescia, parlamentare pugliese del Movimento 5 Stelle che alcuni mesi fa si è recato personalmente in visita ispettiva presso il centro, constatandone la grave situazione di illegittimità prontamente segnalata a prefettura, Asl e Nas.

“La situazione del centro bitontino – spiega Brescia – è di una gravità assoluta, a partire dal sovraffollamento della struttura. Una condizione di illegittimità prontamente segnalata e verificata anche da Asl e Nas ma, nonostante ciò, la situazione è rimasta sostanzialmente immutata. Addirittura i Nas pur avendo accertato la situazione di illegalità ci hanno risposto, sostanzialmente, di non poter intervenire adducendo come scusante il fatto che si tratterebbe di una situazione di sovraffollamento diffusa. La stessa Prefettura è stata immediatamente allertata ma, nonostante ciò, nulla è stato fatto anzi, attendiamo ancora risposte dal Prefetto ad una richiesta di chiarimenti inoltrata oltre un mese fa”.

Da qui la decisione di presentare un esposto in Procura. “Evidente che c’è qualcosa che non funzioni nel meccanismo pugliese dal momento che, altrove come ad esempio in provincia di Avellino, sono stati apposti i sigilli alle strutture che non rispettavano la normativa. Ho dunque presentato un esposto ufficiale presso la Procura della Repubblica affinché – conclude Brescia –  si apra un fascicolo d’indagine sulla intera vicenda e tutti i responsabili, compresi coloro che si sono resi protagonisti di condotte omissive, vengano individuati. Non possiamo costantemente piangere lacrime di coccodrillo – conclude – quando, a causa delle inaccettabili condizioni di vita in questi centri, ci scappa il morto.”

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