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Bari, i genitori di una 16enne violentata: “La nostra vita condannata, ora giustizia. Aiuteremo le altre famiglie”

Pubblicato da: redazione | Mar, 30 Ottobre 2018 - 18:00

“La nostra vita familiare è condannata. Ora reclamiamo giustizia e condanne esemplari ai malati di pedofilia”. È quanto dichiarato dai genitori della 16enne barese vittima per più di un anno e mezzo di violenze sessuali da parte di due adulti e che oggi hanno testimoniato nel processo nei confronti di un 69enne e un 45enne.

“Viviamo una quotidianità di paure, – dicono – immaginando quanti minori per colpa dell’omertà vengono tranciati, togliendo loro la serena infanzia e causando indecifrabili malesseri durante la loro crescita. Per noi genitori colpiti da questo dramma è un’impresa riuscire ad avere momenti di svago, saper ridere e sorridere ancora insieme alle nostre bambine”. Puntano il dito contro i due uomini accusati degli abusi ma anche contro «chi aveva sospetti e non ha denunciato, diventando complice di questi orchi è che un giorno faranno i conti con le loro coscienze”. I genitori della 16enne lanciano oggi anche un messaggio agli altri genitori di minori abusati.

“Vogliamo essere un riferimento per chiunque avesse bisogno del nostro aiuto – dicono – o anche di una semplice parola di conforto, sperando che si riescano ad evitare altri casi come quello di nostra figlia”. La famiglia della ragazza, assistita dall’avvocato Stefano Remine, è costituita parte civile nel processo insieme con l’associazione Gens Nova che tutela minori e persone svantaggiate. I due imputati, difesi dagli avvocati Francesco Racanelli e Sergio Ruggiero, rispondono di violenza sessuale pluriaggravata per aver abusato della 16enne dall’inizio del 2016 fino all’agosto 2017, quando sono stati arrestati e sono tuttora detenuti ai domiciliari. Stando alle indagini di carabinieri e polizia municipale, coordinate dal pm Simona Filoni (attualmente l’accusa nel processo è rappresentata dal pm Marcello Quercia), gli abusi sarebbero avvenuti in diversi luoghi della città, dal retrobottega gestito dal più anziano dei due, dove la ragazza aveva lavorato per qualche tempo dando una mano con le consegne a domicilio, ad un garage, dalla campagna dell’altro ad una cabina della spiaggia barese San Francesco, nel periodo in cui la struttura balneare era chiusa. Il processo proseguirà nel Tribunale di Modugno il 18 dicembre con la testimonianza di una donna, vicina di casa della vittima, che per prima si sarebbe accorta degli abusi subiti dalla ragazza.

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