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Il Bari è pronto per la trasferta di Acireale. Cornacchini: “In campo per fare sempre il nostro gioco”

Pubblicato da: redazione | Sab, 3 Novembre 2018 - 17:45

L’allenatore del Bari, Giovanni Cornacchini, ha risposto a una serie di domande alla vigilia della trasferta di domani dei biancorossi ad Acireale. le condizioni della squadra, le difficoltà dell’ambiente, la forza dell’avversario e i limiti imposti alla tifoseria sono stati alcuni degli argomenti toccati dal responsabile tecnico del club di De Laurentiis.

Dicono che ad Acireale le condizioni del campo siano precarie. Questo quanto condizionerà le sue scelte su modulo, formazione e approccio? Un giocatore come Brienza potrebbe essere quindi sacrificato?

“Non ho ancora visto il campo, quindi sono valutazioni e scelte che farò dopo averlo visto”.

Che ne pensa del parziale divieto di trasferta nei confronti dei tifosi del Bari?
“A noi dispiace perché avere un pubblico importante come quello di Bari dietro sarebbe un valore aggiunto, perché sono sempre molto presenti sia in casa, sia fuori e sono in grado di darci sempre una grande carica”.

Il modulo 4-2-3-1 può essere riproposto anche in trasferta, su campi più piccoli e “infuocati”, o è più adatto al San Nicola, con più spazi e un terreno di gioco ottimale?
“I moduli contano relativamente, perché poi in partita magari lo adatti in base a quello che succede in campo. Però credo che possa essere un modulo valido sia al San Nicola, sia in campi più piccoli. La differenza, come dico sempre, la fanno l’approccio e la giusta mentalità”.

Cosa vuole portare ad Acireale della prestazione con il Locri e cosa non vuole rivedere di Marsala-Bari?
“Io sono convinto che saranno tutte partire diverse, soprattutto quelle fuori casa che sono ancor più diverse per questioni ambientali e perché in alcuni casi giocheremo su campi più piccoli o che non sono in condizioni ottimali, quindi l’obiettivo è adattarsi velocemente a tutte le situazioni e fare il meglio possibile. Questo è quello che fanno le squadre forti, ed è quello che dobbiamo esser bravi a fare anche noi”.

Pozzebon scavalca Simeri nelle gerarchie per il ruolo di centravanti? Sta pensando a una soluzione per farli convivere?
“Abbiamo provato diverse soluzioni e ne proveremo ancora molte altre. Cerco di dare un’occasione a tutti per poterla sfruttare al meglio: mi sembra che le cose stiano andando bene. Simone e Demiro sono forti, e credo possano anche giocare insieme. Resta il fatto che parliamo di una squadra forte, quindi qualsiasi scelta io faccia posso contare sulla qualità dei miei ragazzi”.

Rispetto alle precedenti trasferte dove abbiamo incontrato squadre di medio-basso rango, ritiene che questa gara impegnativa contro l’Acireale possa essere il primo vero esame?
“Ogni volta è un primo vero esame in questa categoria, perché le variabili sono tante e ti portano a doverti adattare di volta in volta, scegliendo soluzioni diverse in base alla situazione. L’unica cosa che non deve cambiare mai è la mentalità: dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, ma sempre umili e non sottovalutare mai i nostri avversari”.

Che tipo di partita imposterete contro un’avversaria che giocherà a viso aperto e ha il secondo migliore attacco dopo il Bari?

“Come tutte le altre. Con l’intensità giusta e la voglia di fare il risultato sempre, senza crearsi troppi problemi, giocando con la giusta intensità. Noi dobbiamo giocare come sappiamo fare e pensare noi stessi, perché è l’unico fattore su cui possiamo agire direttamente migliorandoci di settimana in settimana”.

Lei è stato centravanti del Perugia l’anno del duello con l’Acireale per salire dalla C. Che ricordo ha?

“Il Perugia di quell’anno era simile al Bari di adesso: una squadra costruita assolutamente per vincere, quindi tutti ci aspettavano con il coltello fra i denti e giocavano con grande carica agonistica. L’Acireale era una delle squadra più ostiche e il loro livello di concentrazione era sempre altissimo, dovevi essere bravo a non cadere in trappole in cui in un paio di casi siamo caduti. Ho dei bei ricordi di quella stagione e con l’Acireale sono state sempre delle belle battaglie”.

Squadra che vince non si tocca. O no?
“Si che si può toccare. Qui è facile scegliere i giocatori. Hai l’imbarazzo della scelta e questo ti consente di poter adattare l’assetto anche in base alle diverse condizioni che incontri, soprattutto fuori casa”.

Quali differenze tra l’inizio del campionato vinto con l’Ancona e questo con il Bari?
“Vedo molte similitudini in realtà: anche con l’Ancona abbiamo avuto giocatori che inizialmente hanno fatto fatica ad adattarsi perché venivano da serie superiori. Erano difficili i campi in cui tutte le squadre davano il massimo. Poi arriva un punto, fisiologico, in cui alcune squadre hanno mollato e siamo arrivati bene alla fine. Il segreto in questa categoria è la pazienza e la continuità di risultato”.

Il Bari deve fare sempre il suo gioco, anche su terreni di gioco non proprio regolari. È d’accordo con quanto affermato da Floriano?
“Sì sono d’accordo. Assolutamente. È una delle cose di cui parlo spesso anche con i ragazzi”.

Il centrocampo è il reparto dove ha minori alternative?
“Non credo, anzi. Abbiamo buone alternative in tutti i reparti. Certo ora siamo un po’ corti con gli under per via degli infortuni, ma abbiamo possibilità di spaziare anche a centrocampo”.

Acireale, Città di Messina, Castrovillari, Palmese, infine Gela prima della Nocerina. Un cammino apparentemente semplice prima di affrontare quella che, almeno ad oggi, pare la più credibile antagonista dei biancorossi. Cosa si aspetta dalle prossime gare, in termini anche di crescita generale? E poi un pensiero sui rossoneri: possono davvero rappresentare una minaccia nel proseguo del torneo?

“Non mi interessa guardare così in là. Io guardo sempre una partita per volta, perché mi interessa guardare i progressi che la squadra fa di partita in partita. Domenica contro il Locri credo si sia fatto un bel salto in avanti, ora dobbiamo farlo anche fuori casa. Le squadre sono tutte temibili. Tutte. Ciò che dobbiamo fare, oltre a lavorare con grande intensità in settimana, non avere – per quanto possibile – cali di tensione”.

Dato curioso: sono  stati sin qui otto i giocatori sempre utilizzati (seppur qualcuno per pochi minuti) in tutte e sette le gare di campionato. Tra questi c’è anche Feola, protagonista di una non esaltate prestazione (come, infondo, tutto il resto della squadra) contro il Marsala, alla sua prima ed unica presenza da titolare. Quanto potrà crescere e quanto potrà garantire l’ex Olbia a questo Bari? Eppur reduce da due buone stagioni in C…

“Non sono d’accordo. Credo che lui abbia giocato molto bene in un campo complicato come quello di Marsala. È un giocatore molto affidabile, con grandi margini di miglioramento e che credo possa dare molto alla squadra”.

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