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Senato approva il testo unico sulle malattie rare, è legge

Pubblicato da: redazione | Gio, 4 Novembre 2021 - 20:00
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“Un aiuto concreto ai pazienti e alle loro famiglie e un esempio di buona politica. Ora bisogna attuare le normative in tutte le regioni, mettere a sistema l’esistente , aggiornare il piano per le malattie e rare ogni tre anni. Il testo é un nuovo inizio, la giustezza di un Servizio Sanitario si misura da come trattiamo le malattie rare. Oggi è una buona giornata”. Lo dice la presidente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama Annamaria Parente.

Cure migliori e gratuite per i malati rari, screening precoci, sostegno e incentivi fiscali alla ricerca, un fondo di solidarietà per sostenere pazienti e famiglie: sono alcune delle novità previste dal testo unico “Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione di farmaci orfani”, approvato oggi.

Per malattia rara si intende una patologia che colpisce 5 individui ogni 10mila. Complessivamente, però, i malati rari, solo in Italia, sono ben due milioni, molti dei quali bambini, e costretti ad affrontare anche i problemi dettati dalla rarità della loro condizione. Per questo, la legge prevede il potenziamento dello screening neo-natale e della diagnosi precoce. Per migliorare assistenza e cura è previsto il potenziamento della Rete nazionale delle malattie rare, già istituita con la legge 279/2001. Ai pazienti, inoltre, va assicurato un Piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato redatto dai Centri di riferimento. Questo dovrà uniformare le tante differenze regionali oggi esistenti e andare di pari passo con l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare: si stima, infatti, ne esistano circa 8mila, ma alcune sono talmente rare da non avere neanche un nome.

Tra le principali novità, l’istituzione del Fondo di solidarietà pari a 1 milione di euro dal 2022 con l’obiettivo di assistere malati rari che hanno necessità di un’assistenza continua. Previsti, inoltre, contributi a sostegno di famiglie e caregiver così come interventi volti a favorire l’inserimento lavorativo.

Centrale è l’aspetto terapeutico: la legge prevede immediata disponibilità dei farmaci prescritti, anche quelli più nuovi, e un credito d’imposta del 65% delle spese sostenute per i progetti di ricerca sui farmaci orfani. Sarà poi istituito un Comitato nazionale con funzioni di indirizzo e coordinamento mentre un Piano nazionale delle malattie rare dovrà essere approvato ogni 3 anni. Dovranno infine esser previste, in base al testo approvato, campagne di informazione del Ministero della Salute per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Speranza, aggiornamento elenco e fondo ad hoc – “È una buona notizia che sia stato approvato oggi in Senato all’unanimità il disegno di legge sulle malattie rare. Prevede tra l’altro l’aggiornamento dell’elenco delle malattie, il potenziamento delle attività di screening e l’istituzione di un fondo di solidarietà destinato a pazienti e famiglie. Il Servizio Sanitario Nazionale deve prendersi cura di tutti, anche di chi soffre delle patologie più rare”. Lo afferma su Fb il ministro della Salute Roberto Speranza.

Sileri, iter veloce e coinvolti pazienti – “Sono molto felice di aver presenziato alla conclusione dell’iter parlamentare del disegno di legge sulle malattie rare. È un testo che ha avuto una genesi ed uno sviluppo spedito ed è frutto di una proficua collaborazione interparlamentare e inter-istituzionale, che ha visto il contributo fattivo delle parti interessate, in primis le associazioni dei pazienti, che sono state ascoltate e coinvolte”. A sottolinearlo, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. L’approvazione della legge, però, precisa, “non è certo un punto di arrivo ma al contrario il dito premuto sullo start del timer per scandire i tempi della definizione e della emanazione dei relativi decreti attuativi, su cui metto il mio personale impegno”. Su questo, aggiunge il sottosegretario, “sarà d’aiuto anche il Tavolo tecnico in tema di malattie rare, istituito su mio impulso presso il Ministero della Salute, che ha già individuato le priorità di azione e le possibili proposte di intervento”. Il testo, conclude Sileri, “finalmente segna una cornice normativa di riferimento importante, per garantire equità dei percorsi di cura per i malati rari e sostegno adeguato alla ricerca sulle malattie rare e sui farmaci orfani”.

Binetti(Udc), una legge che dà dignità ai malati – “Il Testo unico sulle Malattie rare, di cui sono stata relatrice e tra le prime proponenti, è stato votato oggi all’unanimità dalla Commissione Sanità del Senato in sede deliberante. È una soddisfazione enorme, adesso occorre accelerare sui decreti attuativi. È un provvedimento che dà finalmente dignità alle persone con malattie rare e ai loro familiari”. Così Paola Binetti, senatrice Udc e relatrice del Testo unico sulle Malattie rare, approvato oggi in via definitiva.

De Poli (Udc), è vittoria per pazienti – “In Senato è appena stato approvato il testo unico sulle malattie rare che assorbe diversi disegni di legge, tra cui quello da me presentato a inizio legislatura. E’ una vittoria per i pazienti, per le loro famiglie, per l’Italia intera. E’ un importantissimo passo avanti per i 2 milioni di malati rari in Italia”. Così il senatore Udc, Antonio De Poli, commenta l’approvazione, in sede deliberante, in Commissione Sanità in Senato, del Testo Unico sulle malattie rare.

Quella di una legge sulle malattie rare, aggiunge, “è una battaglia che l’Udc porta avanti da anni e che finalmente taglia il traguardo”. “In questo anno e mezzo di pandemia – prosegue il senatore – abbiamo imparato a lottare e contrastare un nemico comune. Anche oggi, con questo risultato concreto, dimostriamo quanto sia importante fare squadra, al di là dei colori politici, per difendere il diritto alla salute di tutti i cittadini e non lasciare indietro nessuno”. La nuova legge, conclude De Poli, “garantirà assistenza e cure adeguate ai pazienti, sostegno alle loro famiglie e soprattutto incentiverà la produzione e ricerca dei cosiddetti farmaci orfani che, in assenza di incentivi, non sarebbero redditizi”.

(ANSA)

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