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Troppa plastica sulle spiagge italiane: al via la campagna anche in Puglia

Pubblicato da: redazione | Gio, 12 Maggio 2022 - 13:00
Legambiente sulle Spiagge

Il 13, 14 e 15 maggio 2022 torna Spiagge e Fondali Puliti, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le nostre bellissime coste, quest’anno al grido di “Riprendiamoci la spiaggia!”

Sono ancora tanti, troppi, i rifiuti abbandonati sulle spiagge. I dati dell’ultimo monitoraggio a livello nazionale sono allarmanti. In Italia sono stati rilevati 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Fra i rifiuti trovati i più comuni sono stati mozziconi di sigaretta, calcinacci, lattine, frammenti di vetro, guanti usa e getta, mascherine, fili da pesca, ami e soprattutto plastica, la quale non si dissolve mai e crea un impatto sull’ecosistema marino devastante.

Anche quest’anno la campagna, realizzata con il supporto di Sammontana (in qualità di partner principale), Biotherm e Gruppo Esposito (in qualità di partner), ed in collaborazione con Erasmus Student Network (ESN), vedrà numerosissimi volontari ripulire dai rifiuti spiagge e arenili. L’invito a partecipare alla cura dei propri territori è ovviamente aperto a tutti, a partire da giovedì 12 maggio fino a domenica 29, con il 13, 14 e 15 maggio, giornate centrali dell’edizione 2022.

Nell’edizione 2022 sono più di 70 le iniziative di volontariato organizzate in 17 regioni. In Puglia a Trani, Mola di Bari, Manduria, Maruggio, Nardò, Salve, Bari, Polignano a Mare e San Nicandro Garganico i circoli locali organizzeranno diversi eventi riguardanti la pulizia delle coste e delle spiagge del territorio. Questi appuntamenti saranno anche l’occasione per far conoscere le meraviglie della nostra terra e comprendere fino in fondo perché è necessario tutelarle, rispettarle e curarle per donare loro vita e sostenibilità.

Ma come ogni anno l’iniziativa Spiagge e Fondali Puliti è accompagnata dall’indagine Beach litter realizzata alcune settimane prima dai circoli locali. In Puglia il monitoraggio ha riguardato 4 spiagge, per un totale di 19.300 mq di area campionata e 3.674 rifiuti rinvenuti. Oggetto dell’indagine sono state la spiaggia alla foce di Lama Balice a Bari (BA), la spiaggia della baia di San Nicola e la spiaggia di Frascone a Nardò (LE), la spiaggia a Boccadoro a Trani (BAT).

“Anche quest’anno torna Spiagge e fondali puliti grazie all’incessante e prezioso lavori dei nostri circoli locali che, con uno straordinario lavoro di citizen science, centinaia di volontari hanno compiuto il monitoraggio dei rifiuti dispersi sulle nostre spiagge. – commenta Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – Con una grande rete e la continua collaborazione associazioni, istituzioni, cittadini e imprese, decidono di rendersi protagonisti indossando i guanti come atto di protesta e di azione. Un’edizione speciale perché proprio in queste ore finalmente è stata approvata la Legge Salvamare che permette ai pescatori di liberare il mare dai rifiuti”.

Purtroppo, ancora una volta, è la plastica il materiale dominante tra i rifiuti raccolti sulle nostre spiagge, presente nell’89,3% dei casi, seguita da carta e cartone (2,9%), vetro/ceramica (2,5%), metalli (1,5%). Nella top ten dei rifiuti più trovati ci sono reti o sacchi per mitili o ostriche (21,3%), tappi e coperchi (19,8%), pezzi di plastica (7,9%), bottiglie e contenitori per bevande (6,5%), stoviglie usa e getta (5,7%), altre bottiglie e contenitori in plastica (3,9%), pezzi di polistirolo (3,7%), altri oggetti in plastica (2,6%), buste, sacchetti e manici (2,3%) e mozziconi di sigarette (1,6%). Non mancano tuttavia all’appello guanti usa e getta, mascherine e altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria Covid-19.

Secondo le categorie relative alle fonti dei rifiuti ritrovati sulle spiagge utilizzate nella Join List sviluppata nell’ambito della Marine Strategy, la principale fonte risulta essere gli imballaggi non solo per alimenti, in vari materiali (plastica, carta, bioplastica) che rappresentano il 25,8%, seguitidai rifiuti legati a cattura/allevamento mitili di origine indefinita: frammenti che non possono venire associati ad oggetti o riconosciuti (21,4%), e dai rifiuti legati a cattura/allevamento mitili (21,3%). Un altro 20% è costituito da rifiuti legati al consumo di cibo come stoviglie usa e getta e di vetro/ceramica, cannucce, tappi di sughero e barbecue monouso.

È dal 2014 che i volontari di Legambiente, nell’ambito della campagna Spiagge e fondali puliti – Clean Up the Med, effettuano il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge del Mediterraneo. Anno dopo anno i volontari di Legambiente hanno fatto crescere questa indagine, dando vita a una delle più grandi esperienze di scienza partecipata, quindi di ricerca scientifica condotta dai cittadini, a livello italiano e internazionale.

Il protocollo utilizzato è stato sviluppato nell’ambito dell’iniziativa MarineLitter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, alla quale Legambiente e molte altre associazioni europee comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più grandi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo. Il protocollo è standardizzato, e permette il confronto tra i dati raccolti da chiunque lo utilizzi. Standard è anche la lista di nomi e i codici specifici che sono utilizzati per catalogare gli oggetti. Il monitoraggio, prende in considerazione un’area standard lunga 100 metri e ampia dalla battigia alla fine della spiaggia. Vengono considerati solo gli oggetti rinvenuti sulla superficie di tale area, senza scavare, con dimensione maggiore di 2,5 cm.

(Foto archivio)

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