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Bari calcio: stagione di transizione figlia della poca ambizione

Il punto sulla stagione dei biancorossi con un occhio al calciomercato, ormai alle porte

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Lun, 20 Novembre 2023 - 18:05

Quattordici gare ufficiali, di cui tredici disputate nel campionato di serie B, rappresentano una buona base per poter analizzare quanto fatto dal Bari in questo primo scorcio di stagione. Con notevole e ingiustificato ritardo, si è ripartiti dalla nefasta serata dell’11 giugno, quella della serie A solo sfiorata. Il Bari doveva rilanciarsi da quel maledetto gol di Pavoletti e dalla squadra che aveva raggiunto quella finale contro ogni più ottimistica previsione. Una società ambiziosa, con l’obiettivo della serie A, avrebbe dovuto confermare i migliori e immettere calciatori in grado di rendere l’organico ancora più competitivo. Il minimo per una piazza come Bari che non “vede” la serie A dal 2011 e che si è distinta per seguito e calore.

Ma i De Laurentiis hanno invece operato in maniera diametralmente opposta, lasciando partire i pezzi migliori verso l’altra società facente capo alla Filmauro (il Napoli), senza riscattare nemmeno quegli elementi, come Esposito e Benedetti, che avrebbero potuto consacrarsi in biancorosso. Tra le poche conferme, quella del tecnico Mignani, esonerato però dopo appena nove turni di campionato. L’allenatore genovese ha pagato anche per colpe non sue. Una su tutte, quella d’aver dovuto effettuare un ritiro pre-campionato con una rosa largamente incompleta e che è stata terminata solo nelle ultime battute del calciomercato. La conseguenza più ovvia e scontata è stata quella di un Bari che ha fatto fatica a carburare e che, a fine novembre, sta ancora ‘aspettando’ diversi calciatori non al top della forma.

Il direttore sportivo Ciro Polito ha dovuto rifondare la squadra avendo a disposizione un budget ridotto (contrariamente a quanto dichiarato dal presidente Luigi De Laurentiis) operando prevalentemente tramite prestiti. Ma non solo, il club dei De Laurentiis si pone anche al nono posto nella specifica classifica del monte ingaggi. Insomma, i De Laurentiis si sono assunti un grande rischio non confermando i migliori, operando al risparmio e in grave ritardo. I risultati sul terreno di gioco non potevano che essere altalenanti con la compagine biancorossa che, attualmente, occupa il decimo posto in classifica con 18 punti conquistati frutto di 3 vittorie, 9 pareggi e una sconfitta.

Polito continua a sostenere che, sulla carta, questa squadra sia più forte di quella dello scorso anno. I risultati dicono il contrario, ma c’è sempre l’attenuante del “reset” estivo e del tardivo allestimento dell’organico. Sicuramente ci sono elementi di valore, così come persistono diverse lacune d’organico. Il calciomercato di gennaio è ormai alle porte e la società dei De Laurentiis dovrà necessariamente intervenire in almeno due ruoli: un play di centrocampo e un attaccante. Con l’avvento del tecnico Marino, il Bari ha cambiato modo e modulo di giocare affidandosi a due punte: Diaw e Nasti, le uniche prime punte presenti in rosa. A tal proposito, giusto precisare un aspetto: parlare di attaccanti è troppo generico. L’organico attuale del Bari ha sicuramente tanti attaccanti, ma ‘solo’ due prime punte. Troppo poco.

Difficile ipotizzare che campionato potrà portare a termine una squadra partita in ritardo e che ha già cambiato allenatore. L’unica certezza del momento è soltanto una: i De Laurentiis, dopo aver sfiorato la serie A in maniera casuale, hanno optato per un anno di transizione. I pochi investimenti, le scelte tardive di mercato e la politica sugli ingaggi ci confermano tutto questo e i tifosi del Bari l’hanno compreso sin da subito: non è infatti casuale la drastica riduzione di presenze allo stadio ‘San Nicola’. Il popolo biancorosso vuole (e merita) solo la serie A e non anni di transizione con alla base poca ambizione, scarsa programmazione e lungimiranza.

Foto Ssc Bari

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