Equilibrio, semplicità, varietà e moderazione: sono questi i pilastri della dieta mediterranea, un modello nutrizionale riconosciuto in tutto il mondo per i suoi effetti benefici sulla salute e per la capacità di ridurre il rischio di patologie croniche, cardiovascolari e tumorali. Ma l’abbondanza alimentare e le nuove abitudini degli ultimi decenni ne hanno messo in crisi l’essenza. A sottolinearlo è Elisabetta Bernardi, biologa nutrizionista e docente all’Università di Bari, intervenuta alla presentazione del libro “A spasso con Lucy. Perché mangiamo come parliamo. Virtù e valore delle proteine animali” di Pietro Paganini e Carola Macagno (Guerini e Associati).
“La dieta mediterranea è un inno all’equilibrio – spiega Bernardi – ma anche un invito a non escludere nessun alimento. Tutto può essere consumato, nelle giuste quantità”. Tra gli alimenti spesso messi ingiustamente in discussione, la nutrizionista richiama il ruolo fondamentale delle proteine animali, che forniscono proteine complete, vitamine del gruppo B (in particolare la B12), ferro e zinco, nutrienti difficilmente sostituibili con fonti vegetali.
“Le proteine animali – aggiunge – sono altamente biodisponibili, quindi facilmente assorbibili e utilizzabili dall’organismo, e rappresentano un alleato essenziale per la salute metabolica”. La carenza, avverte, può innescare un meccanismo di catabolismo proteico, ovvero la degradazione delle proteine muscolari, con perdita di massa muscolare e conseguente compromissione di forza, funzionalità fisica e metabolismo basale. “Il nostro corpo – conclude Bernardi – non può immagazzinare proteine: per questo è fondamentale assumerle regolarmente e in modo bilanciato”.
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