Venerdì 18 luglio le organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS UIL hanno proclamato lo sciopero nazionale per l’intera durata del turno di lavoro dei lavoratori dell’azienda Lidl Italia srl.
Nell’ambito della mobilitazione nazionale, FILCAMS CGIL Bari, FISASCAT CISL Bari e Bat e UILTUCS Bari BAT e Puglia, hanno indetto dalle ore 10,30 alle ore 12,30 dello stesso giorno un presidio di protesta dei lavoratori dell’azienda Lidl Italia srl della provincia di Bari dinanzi al Magazzino Lidl di Molfetta sito in Via Dell’Arte Bianca n. 5/A.
“La mobilitazione è stata indetta in quanto dopo oltre due anni di trattative per il Contratto Integrativo Aziendale, l’azienda non ha accolto le proposte avanzate dal sindacato sul piano economico e dell’organizzazione del lavoro”, spiega il Segretario Generale della FILCAMS CGIL Bari, Antonio Ventrelli.
“Sul piano economico i sindacati hanno proposto di contrattare un salario variabile che al raggiungimento di obiettivi condivisi erogasse un premio di risultato ai lavoratori, la determinazione di una parte di salario fisso aggiuntivo da erogare tutti i mesi in busta paga, il riconoscimento di buoni pasto”, aggiunge Ventrelli.
Nessuna di queste proposte avanzate dal sindacato è stata presa in considerazione da LIDL che ha invece offerto 360 euro di buoni spesa e 300 euro lordi di una tantum da erogare in tre anni (100 euro all’anno), cioè una elemosina.
“Tale proposta – afferma Ventrelli – mortifica la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di Lidl a cui invece andrebbe riconosciuto un valore economico importante, tenuto conto dell’andamento di LIDL, caratterizzato nel corso degli anni da crescita sostenuta del fatturato – LIDL Italia ha un fatturato di oltre 7 miliardi -, da ampliamento della quota di mercato nell’ambito della grande distribuzione e soprattutto da utili di bilancio rilevanti: negli ultimi 5 anni l’utile è stato di 1,3 miliardi di euro circa. Riteniamo che le lavoratrici e i lavoratori di LIDL siano i protagonisti principali di questi risultati e meritino la redistribuzione di parte degli utili che l’azienda fa ogni anno”.
L’altro tema su cui le risposte dell’impresa sono del tutto assenti è l’organizzazione del lavoro ed in particolare le criticità maggiori riguardano i carichi di lavoro, la programmazione e la certezza degli orari di lavoro, l’utilizzo massivo del part-time: circa il 75% del personale complessivo aziendale ha contratti part-time. “In sostanza, carichi di lavoro eccessivi ed estrema flessibilità rappresentano il modello organizzativo che LIDL impone ai suoi dipendenti – sottolinea Ventrelli-. Auspichiamo pertanto che l’azienda Lidl Italia srl riveda la propria posizione e si renda disponibile a discutere e definire un accordo integrativo che riconosca il valore e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che con la loro professionalità e dedizione garantiscono importanti profitti all’azienda, altrimenti continueremo la mobilitazione ad oltranza per migliorare le condizioni economiche e lavorative dei dipendenti”.
“La Cgil provinciale sostiene la mobilitazione dei sindacati della distribuzione perché questo di Lidl – afferma il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari, Domenico Ficco – è un caso emblematico in cui non vi è da parte delle imprese alcuna responsabilità sociale, così come richiamata dalla Costituzione. Soprattutto in presenza di realtà che hanno fatto grandi profitti e si sono arricchite grazie al lavoro di tanti uomini e donne e all’aumento del costo dei beni di consumo che, in presenza di salari poveri anche a causa di un dilagante part time, finiscono per gravare due volte su chi vive di lavoro dipendente”. “Le imprese come Lidl redistribuiscano i lauti profitti e lavorino per stabilizzare l’occupazione”.
conclude Ficco.