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Truffa nel settore delle ristrutturazioni, maxi sequestro nel Foggiano

La scoperta della Guardia di Finanza

Pubblicato da: redazione | Sab, 19 Luglio 2025 - 10:49
guardia di finanza

Un nuovo filone investigativo ha portato alla luce un’ingente frode fiscale nel settore delle ristrutturazioni edilizie, con crediti fiscali generati a nome di soggetti deceduti o ignari. Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Prato, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo dei crediti presenti nei cassetti fiscali di due società riconducibili a un commercialista di 56 anni originario di Lucera (FG), per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte anche con il supporto della Guardia di Finanza di Cesena, l’uomo sarebbe al centro di un complesso schema fraudolento basato sulla creazione di crediti d’imposta fittizi, riferiti a lavori edilizi mai eseguiti e intestati a una persona defunta. L’intero meccanismo era studiato per aggirare i controlli automatici del fisco, evitando che le operazioni di cessione dei crediti venissero bloccate.

L’inchiesta ha evidenziato come il professionista avesse attivato una società edile, un conto corrente online, una casella PEC e una SIM telefonica intestati a un pensionato di Foggia, deceduto poco dopo l’avvio dell’operazione. Utilizzando quei dati, l’indagato ha generato centinaia di crediti fiscali inferiori a 10.000 euro, distribuendoli nei cassetti fiscali di oltre 500 persone fisiche – perlopiù residenti a Lucera – del tutto ignare delle operazioni. Tra i soggetti coinvolti risultano anche minorenni e altre persone già decedute al momento della registrazione delle transazioni.

Parte dei crediti così creati è stata utilizzata per compensare debiti erariali attraverso società controllate dallo stesso commercialista, mentre un’altra quota è stata ceduta a terze aziende, con i proventi che sono poi finiti su conti riconducibili all’indagato. Le somme ottenute sarebbero state impiegate anche per l’acquisto di beni di lusso, tra cui un orologio Rolex da circa 20.000 euro, sottoposto a sequestro poco prima della spedizione da una gioielleria di Sarnico verso un falso destinatario a Lucera.

Grazie al sequestro disposto dal GIP del Tribunale di Prato e notificato all’Agenzia delle Entrate, è stato bloccato l’utilizzo di quei crediti, prevenendo un ulteriore danno per le casse dello Stato. L’operazione ha così interrotto la circolazione di risorse illecite che avrebbero potuto generare un impatto economico ancora più grave per l’Erario.

Contestualmente, la Procura ha chiesto l’applicazione della misura cautelare in carcere per il commercialista, ritenuto responsabile di truffa aggravata ai danni dello Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti, autoriciclaggio e indebita compensazione di crediti inesistenti. Il Giudice per le indagini preliminari ha fissato l’interrogatorio di garanzia, all’esito del quale si pronuncerà sulla richiesta di custodia cautelare, come previsto dalla normativa vigente.

Va ricordato che, fino a eventuale sentenza definitiva, l’indagato è da ritenersi non colpevole, nel rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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