Un nuovo radiotracciante PET, sviluppato in collaborazione con l’Università di Bari, potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce di malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, MCI (lieve compromissione cognitiva) e depressione farmaco-resistente. Si tratta del 18F-MC225, frutto di una lunga ricerca avviata nel 2011 dal gruppo del professor Nicola Antonio Colabufo del Dipartimento di Farmacia – Scienze del Farmaco dell’UniBa, in collaborazione con lo spin-off Biofordrug, oggi con sede a Triggiano.
Il progetto è stato portato avanti insieme al gruppo olandese di Groningen e al Policlinico Gemelli, ed è ora approdato allo studio clinico di fase due sull’uomo, autorizzato dall’Aifa lo scorso 16 aprile. La sperimentazione dovrà concludersi entro aprile 2027. Secondo quanto riferito dall’Ateneo barese, il nuovo tracciante “si è subito dimostrato potente, selettivo e adeguato dal punto di vista metabolico per la valutazione del target biologico utile per lo studio precoce di patologie del sistema nervoso centrale”.
Il tracciante era stato inizialmente testato nell’ambito di uno studio di fase uno al Dipartimento di Geriatria di Tokyo, e successivamente inserito in un trial clinico internazionale coordinato da Groningen per la diagnosi precoce dell’Alzheimer e del Parkinson. Le procedure per la sperimentazione clinica italiana sono ora in corso al Policlinico Gemelli di Roma. Il radiotracciante 18F-MC225 rappresenta una possibile svolta nella lotta alle patologie neurodegenerative, offrendo la prospettiva di diagnosi sempre più tempestive e mirate.