Siamo iperconnessi, ma sempre più spesso scollegati da ciò che conta davvero. Secondo DataReportal, ognuno di noi trascorre in media 3 ore e 14 minuti al giorno sui social: l’equivalente di oltre 6 anni di vita passati davanti a uno schermo. Non stupisce che la scienza inizi a tracciare un quadro chiaro.
Uno studio dell’Università di Bath, pubblicato su Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, ha dimostrato che una sola settimana di pausa dai social riduce in modo significativo ansia e depressione, con un crollo del tempo medio di utilizzo da 7 ore a soli 21 minuti al giorno.
La University of Pennsylvania (JAMA) ha poi rilevato che limitare i social a 30 minuti quotidiani per due settimane porta a una netta riduzione della solitudine percepita e dei sintomi depressivi.
Ed altri dati, pubblicati su Nature Human Behaviour, evidenziano che ridurre l’uso digitale abbassa il cortisolo —l’ormone dello stress— del 31%, aumenta l’ossitocina —l’ormone legato alla socialità— del 24% e migliora la percezione del benessere del 28%.
È chiaro: disconnettersi dai social non è una fuga, ma un ritorno. Significa ristabilire un contatto autentico con la realtà: ascoltare il rumore delle onde senza doverle filmare, guardare un tramonto senza correre a immortalarlo, ridere con qualcuno senza pensare a un reel.
Proprio da questa consapevolezza nascono molti dei viaggi di Vamonos Vacanze, tour operator specializzato in viaggi di gruppo.
«Oggi la vera rivoluzione è tornare a vivere senza distrazioni» spiegano gli esperti di Vamonos Vacanze. «Le pause detox —continuano— non sono una fuga dal mondo, ma un ritorno a ciò che siamo: persone che hanno bisogno di emozioni autentiche, contatto umano e momenti che valgono perché vissuti, non condivisi».