In Italia, dal 1° gennaio al 30 novembre 2025, sono stati segnalati 485 casi di morbillo al sistema nazionale di sorveglianza integrata morbillo e rosolia, con 12 nuovi casi registrati nel solo mese di novembre. Il dato emerge dal bollettino di dicembre 2025 Morbillo & Rosolia News e conferma come la circolazione del virus resti significativa nonostante la disponibilità di un vaccino efficace. A livello territoriale, tutte le Regioni e Province autonome hanno notificato casi nel corso dell’anno, ma quasi due terzi delle segnalazioni provengono da cinque aree: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. L’età mediana dei contagiati è di 31 anni, ma l’incidenza più elevata si concentra nella fascia 0-4 anni; sono stati inoltre registrati 22 casi in bambini con meno di un anno di età. Per oltre il 94% dei casi è noto lo stato vaccinale e, tra questi, l’86,7% non era vaccinato al momento del contagio. Circa un terzo delle persone colpite ha sviluppato almeno una complicanza, soprattutto epatite con aumento delle transaminasi e polmonite. Tra i contagiati figurano anche 48 operatori sanitari.
Gli esperti ribadiscono che la vaccinazione resta l’unico strumento realmente efficace per prevenire il morbillo e le sue complicanze: due dosi garantiscono una protezione di circa il 97%. Per interrompere la trasmissione del virus sarebbe necessario raggiungere una copertura minima del 95% con due dosi, ma in Italia, secondo i dati 2023, la copertura nei bambini di 5-6 anni si ferma all’84,8% e nessuna Regione ha ancora raggiunto la soglia raccomandata. Da qui l’appello a rafforzare la vaccinazione pediatrica di routine, recuperare le coperture negli adolescenti e negli adulti e assicurare l’immunizzazione degli operatori sanitari, oltre a verificare il proprio stato vaccinale prima dei viaggi internazionali.
Sul fronte globale, l’Organizzazione mondiale della sanità ha richiamato l’attenzione sull’impatto ancora grave della malattia: nel 2024 si stima che circa 95mila persone siano morte di morbillo, in gran parte bambini sotto i cinque anni. Sebbene gli sforzi di immunizzazione abbiano portato, dal 2000 al 2024, a una riduzione dell’88% dei decessi e abbiano salvato quasi 59 milioni di vite, l’OMS sottolinea come ogni morte per una patologia prevenibile con un vaccino sicuro ed economico resti inaccettabile. I casi di morbillo, inoltre, sono tornati ad aumentare a livello mondiale, con una stima di circa 11 milioni di infezioni nel 2024, quasi 800mila in più rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. L’incremento più marcato si è registrato nelle Regioni OMS del Mediterraneo Orientale, Europea e del Sud-Est Asiatico, mentre l’Africa ha mostrato una riduzione dei casi e dei decessi, anche grazie all’aumento delle coperture vaccinali.
In questo contesto, nelle scorse settimane a Roma si è svolta una simulazione interistituzionale su una possibile epidemia di morbillo, ospitata all’Istituto Superiore di Sanità e guidata dall’OMS Europa. L’esercitazione, che ha coinvolto Ministero della Salute, ISS, autorità sanitarie regionali, laboratori della rete nazionale e associazioni mediche, ha permesso di testare la capacità di risposta del Servizio sanitario nazionale, con particolare attenzione alla sorveglianza epidemiologica, ai programmi vaccinali, alla comunicazione del rischio e alla gestione della disinformazione, oltre alle strategie per colmare le lacune di immunità nella popolazione adulta.