A poco più di un anno dall’avvio della misura sperimentale comunale “La Fatica”, sono 1.233 le candidature pervenute, con una netta prevalenza di percentuale femminile (74% per 869 domande) rispetto a quella maschile (26% per 308 domande). Un dato che sottolinea la richiesta di occupazione dovuta a carriere discontinue, periodi di inattività e difficoltà di rientro nel mondo del lavoro.
Il progetto, avviato nel novembre del 2024 e attuato negli uffici del job center comunale Porta Futuro Bari, rientra nella strategia “Bari Lavora” finanziata dal PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021 – 2027 con 3.000.000 di euro con l’obiettivo di sostenere l’inserimento e il reinserimento lavorativo di persone che incontrano difficoltà strutturali di accesso al mercato del lavoro, in particolare nelle fasi mature della vita professionale.
I tirocini attivati ad oggi sono 175, di cui 144 in favore di donne e 31 di uomini. A fronte di 503 colloqui effettuati, il rapporto tra selezione e attivazione evidenzia un processo strutturato e selettivo, capace di tutelare sia le aspettative delle persone sia le esigenze delle imprese.
“La Fatica interviene come strumento di politica pubblica capace di riconoscere valore all’esperienza e, soprattutto, di offrire nuove opportunità a quanti intendono rientrare nel mondo del lavoro – commenta il sindaco Vito Leccese -. L’andamento crescente della registrazione delle candidature nel corso dell’ultimo anno dimostra come i cittadini abbiano riposto sempre più fiducia in questa misura, in un contesto socio-lavorativo complesso e in un mercato del lavoro in profonda trasformazione. Dunque, siamo molto soddisfatti in quanto questa sperimentazione viene ormai riconosciuta come strumento credibile all’interno delle politiche attive del lavoro cittadine, tenendo insieme inclusione sociale, sviluppo economico locale e dignità del lavoro”.
Dal punto di vista anagrafico, le candidature riguardano prevalentemente le fasce di età 45-59 anni, con una presenza significativa anche di candidati over 60, categoria di persone collocate in una zona critica del mercato del lavoro, in quanto troppo lontane dall’età pensionabile e spesso considerate poco attrattive dalle dinamiche occupazionali tradizionali. Anche il profilo dei titoli di studio contribuisce a delineare una platea articolata: tra le donne prevale il diploma (51,8%), seguito dalla licenza media (27,5%) e da una quota significativa di laureate (20,6%), mentre tra gli uomini la distribuzione si concentra su licenza media (45,5%) e diploma (44%), con una presenza più ridotta di laureati (10,5%). Non emerge, quindi, una carenza generalizzata di competenze, ma piuttosto la necessità di aggiornamento, riqualificazione e riattualizzazione dei saperi, obiettivo perseguito attraverso le doti di apprendimento previste dalla misura.
La maggior parte delle istanze è stata raccolta attraverso lo sportello fisico di Porta Futuro (946), mentre una quota minoritaria è arrivata tramite PEC (287), quasi a voler confermare il ruolo centrale dello sportello come luogo di prossimità, ascolto e accompagnamento, fondamentale per persone che necessitano di orientamento personalizzato e supporto diretto.
Dal lato delle imprese, la risposta è stata ampia e progressiva, con un numero complessivo di aziende richiedenti pari a 235, 134 delle quali hanno avviato la ricerca di tirocinanti attraverso Porta Futuro Bari entrando nella fase operativa della selezione dei profili. Tra queste 95 hanno effettivamente attivato almeno un tirocinio, il che descrive una filiera strutturata e concreta che parte dall’interesse iniziale fino alla realizzazione effettiva dei percorsi di inserimento.
Le imprese coinvolte sono prevalentemente piccole realtà, spesso con meno di cinque dipendenti (50%) o senza alcun personale assunto (23%), riconducibili in larga parte a Srl (44%) e ditte individuali (31%), con una presenza significativa di enti del terzo settore (12%) e cooperative (9%). Le figure professionali richieste riguardano principalmente profili operativi, come amministrativi (22%), operai (14%) e addetti alla segreteria (13%) o alla vendita (13%), coerenti con un mercato che richiede competenze pratiche e capacità di apprendere sul campo.
Dal punto di vista territoriale, l’85% delle sedi operative delle aziende richiedenti è localizzato nel territorio comunale. La misura si configura, quindi, come una politica fortemente urbana, che rafforza il legame tra residenti, tessuto produttivo locale e politiche pubbliche.
“La Fatica” offre percorsi di tirocinio retribuito con una borsa lavoro di 800 euro al mese, per 6 mesi, e una dote di apprendimento fino a 1.000 euro per l’acquisizione di nuove competenze a donne over 35 e uomini over 45 disoccupati o inattivi al fine di rafforzare motivazione e competenze dei candidati attraverso esperienze in aziende del territorio e percorsi formativi personalizzati. La misura comunale, nata per offrire un’opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro, è coordinata dalla ripartizione Programmazione, Innovazione e Comunicazione – ufficio Politiche attive del lavoro e Innovazione urbana attraverso i servizi del job center comunale Porta Futuro, che si occupa di accoglienza ed orientamento, rapporto con le aziende, colloqui e matching tra candidati e imprese.
Tutti i dettagli sull’avviso sono disponibili su www.portafuturobari.it