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Tasse all’Università: il Ministero impone il contributo fisso, l’Ateneo agevola le neo mamme

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:23

BARI – Un contributo fisso di 201 euro imposto dal Ministero: dovranno pagarlo tutti coloro che non sono borsisti o idonei. Se da una parte l’Ateneo, per la prima volta in tanti anni non tocca la contribuzione studentesca, dall’altra da Roma arriva l’obbligo alla tassa minima.rnrnPresentato oggi in senato, ma dovrà avere il via libera del cda, il nuovo regolamento tasse che se da una parte ha dovuto sottostare alla decisione del Ministero di imporre una contribuzione fissa per tutti (ad eccezione di chi gode di esonero per borse di studio)  dall’altra ha cercato di adeguarsi ai tempi. Soprattutto nella parte che riguarda le esenzioni e le riduzioni.rnrnEsenzioni e riduzionirnrnC’è lo “sconto” del 30 per cento per chi ha più di un figlio, del 50 per cento dal terzo figlio in poi. Del 10 per cento per i lavoratori. Non pagano le tasse le studentesse in maternità nell’anno accademico della nascita del figlio e i cosiddetti “figli della crisi”, quei ragazzi i cui genitori hanno perso il lavoro: avranno il rimborso delle tasse già pagate e l’esenzione. Riduzioni previste anche per gli studenti atleti.rnrnBorse di studiornrnPer ovviare alla tassa fissa imposta dal Ministero, l’Università ha deciso di aggiungere alle borse di studio già emesse dall’Adisu, altre 1200 da 500 euro l’una, in maniera tale da venire incontro a coloro che hanno comunque un reddito basso ma non riescono ad accedere alle graduatorie Adisu. Inoltre l’Università ha innalzato la no tax area da chi ha un reddito di  8mila a 12mila e 500 euro. Cioè fino a 12mila e 500 euro si paga esclusivamente il contributo da 201 euro imposto dal Ministero (a meno che non si è borsisti o idonei).rnrnSono inoltre state individuate nuove fasce di reddito per una distribuzione più equa delle tasse: da 0 a 12mila e 500 euro, da 12.500 a 25mila, da 25mila a 50mila, da 50mila a 100mila e oltre 100mila. Si è proceduto all’abbassamento della tassa massima che è passata da 2100 euro a 1641 euro (50 euro in più invece per i fuori corso) e in base alla nuova individuazione delle fasce, 5mila studenti circa pagheranno 20 euro in meno. Infine per il calcolo della seconda e terza rata avranno un peso sia il reddito sia il merito (prima la seconda rata era solo su reddito e la terza solo sul merito): questo permetterà una minore pressione fiscale sulla seconda rata.rnrnAccertamentirnrnLe dichiarazioni degli studenti per l’esonero o la riduzione delle tasse saranno oggetto di controlli anche a campione. Come sta già accadendo da un paio di anni, grazie alla collaborazione tra l’Ateneo, l’Adisu, l’Inps e la Finanza.rnrn 

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