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“Troppi cantieri, la zona diventerà un caos”, il caso via Amendola approda al Comune di Bari

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mar, 6 Giugno 2017 - 16:30
rotatoria via amendola

“Se qualcuno ha immaginato che la nuova via Amendola servirà a decongestionare una zona oggi sovraccarica di traffico, forse, si è fatto false illusioni e ancora una volta ha preferito ascoltare chi predilige il “taglio dei nastri” alla vivibilità della città”. A parlare è il consigliere comunale Irma Melini, in seguito all’audizione dell’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso, chiamato proprio per discutere in commissione consiliare del progetto di allargamento di via Amendola.
“Carte alla mano la nuova viabilità porta con sé: allargamento di via Amendola a quattro corsie, in doppio senso di marcia; flussi continui di traffico veicolare garantiti dalle tre rotatorie, ma anche cantieri aperti per il nuovo sottopasso di via Diomede Fresa – prosegue Melini –  propedeutico alla nuova stazione ferroviaria, che sorgerà alle spalle dell’Executive Center insieme ad un nuovo parcheggio di scambio per 1000 posti auto più autobus; ancora, una lottizzazione approvata, sempre in zona, dal precedente Consiglio comunale.
È evidente, quindi, che la zona interessata diventerà ben presto non solo luogo diversi cantieri in contemporanea, bensì sarà destinata ad essere sempre più trafficata e sempre meno vivibile per i residenti”.

Diverse le perplessità sollevate durante la riunione: l’assenza di una corsia di emergenza per l’accesso al Giovanni XXIII, con intasamento su via Hahnemann, gli attraversamenti pedonali poco sicuri, attività commerciali a rischio. “A questo si aggiunga – continua Melini – il venir meno di ulteriori posti auto, ben oltre i 60 dichiarati dall’assessore Galasso oggi durante l’audizione in commissione Lavori Pubblici. Ricordo, che è vero che l’allargamento di via Amendola nasce con il piano regolatore vigente, ma è anche vero che quando Quaroni programmò l’espansione di questa città non aveva certamente programmato che nei decenni successivi i sindaci imponessero con varianti urbanistiche il sovraccarico di queste zone, finanche con una nuova stazione ferroviaria. A questo punto, è chiaro che questa amministrazione debba ascoltare le richieste dei comitati dei residenti per ridimensionare la portata dei danni”.

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