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Bari, arrestato il molestatore seriale delle guardie mediche dopo otto anni di violenze

Pubblicato da: redazione | Ven, 23 Marzo 2018 - 11:30

Telefonava di notte agli ambulatori della provincia di Bari, si accertava che in servizio ci fossero medici di sesso femminile, poi si presentava, si denudava e le costringeva a toccargli le parti intime. Ieri, dopo otto anni di violenze ai danni di dieci dottoresse, un 49enne di Modugno è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale continuata aggravata e false dichiarazioni sulla propria identità personale. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Monopoli a dar esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Bari, Rossanna De Cristofaro.

Le indagini, coordinate dal pm Marcello Barbanente, sono partite da una denuncia presentata ai Carabinieri di Monopoli  da una dottoressa in servizio a Castellana Grotte, la quale, nel mese di novembre 2017, in orario notturno, aveva ricevuto la visita di un paziente che accusava dolori addominali. Quest’ultimo, rimasto solo con la dottoressa, si era denudato completamente e l’aveva costretta a toccargli le parti intime, dandosi alla fuga solo quando la donna aveva chiamato il 112.

Le immediate indagini dei Carabinieri, eseguite tramite ricerche di persona, servizi di osservazione e pedinamenti svolti presso le sedi degli ambulatori sparsi nella provincia barese, hanno permesso di constatare, fin da subito, che l’episodio occorso alla dottoressa di Castellana Grotte non è stato un caso isolato, ma che si trattava di un molestatore seriale che, evidentemente,  nutriva un debole per i  medici donna in servizio alla guardia medica. Nel corso delle indagini si è scoperto, infatti, che il molestatore, da almeno otto anni, agiva con un consolidato modus operandi, studiato per sorprendere le vittime.

Nelle ore notturne, dopo aver contattato telefonicamente i servizi di guardia medica, per accertarsi che di notte vi fossero medici di sesso femminile, il molestatore si presentava negli ambulatori in orari di chiusura e, approfittando del fatto che non vi erano altri pazienti in attesa, con la scusa di accusare dolori addominali, ben sapendo che il medico non poteva rifiutarsi dal visitarlo, si denudava e cercava il contatto fisico. La violenza si arrestava solo se si presentavano altri pazienti. In una circostanza, poi, era stato provvidenziale il sopraggiungere di un coniuge della vittima che, non vedendo rincasare la propria consorte,  si era recato in ambulatorio.

Fra le guardie mediche si era creata un’autentica psicosi, tanto che le dottoresse avevano deciso di creare un gruppo whatsapp, ove scambiarsi informazioni sul molestatore e dove condividere le proprie storie. In tutti questi anni, l’uomo è riuscito a nascondere la propria identità soprattutto perché si presentava sempre sotto falso nome ed era riuscito a “riconoscere” le proprie vittime. Infatti, se dalla voce si accorgeva che si trattava di una dottoressa già molestata, automaticamente riagganciava e digitava il numero di un’altra sede. I carabinieri sono giunti all’identificazione dell’uomo, risalendo ad un numero telefonico che corrispondeva ad un apparecchio pubblico installato presso  un distributore di benzina dove il molestatore lavorava. E’ stato così possibile identificare il responsabile delle violenze sessuali in un uomo di 49 anni, incensurato e coniugato. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti dai militari numerosi servizi di osservazione che hanno permesso di ricostruire le abitudini del molestatore seriale. Nel contempo, nei confronti delle vittime,  sono stati predisposti adeguati servizi a tutela della loro incolumità.

L’esecuzione del provvedimento cautelare ha permesso di porre fine a quello che era divenuto un autentico incubo per le dottoresse in servizio di guardia medica. A partire dal 2011, ben 17 sono stati gli episodi di violenza accertati, ai danni di 10 dottoresse, in servizio presso gli ambulatori di Castellana Grotte, Noicattaro, Bitritto, Casamassima, Triggiano, Conversano, Putignano e Acquaviva delle Fonti.

Gli accertamenti investigativi proseguono per verificare l’esistenza di ulteriori episodi non denunciati.

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