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Cerignola, arresto cardiaco fatale in ospedale: indagati sei medici del “Tatarella”

Pubblicato da: redazione | Mer, 24 Ottobre 2018 - 17:00
ospedale_cerignola_grande

Un atto dovuto, in vista dell’autopsia. Sei medici dell’ospedale Tatarella di Cerignola sono indagati per omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Foggia, avviata dalla denuncia presentata dal fratello di Stefania Fede, la donna di 38 anni deceduta nella struttura il 22 ottobre per arresto cardiaco. Un “passaggio” necessario, un atto dovuto, per permettere a tutti i medici che hanno avuto in cura la paziente di poter nominare un proprio consulente di fiducia dovendo procedere ad accertamento tecnico non ripetibile per effettuare, il prossimo 26 ottobre, l’autopsia.

La cartella clinica della donna è stata sequestrata, dagli agenti di polizia, nelle ore immediatamente successive alla denuncia sporta dai familiari. Secondo quanto denunciato dal fratello, Stefania Fede ha avvertito un malore il 16 ottobre scorso mentre era in giardino ed è stata soccorsa dal compagno che ha allertato il 118. E’ stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso del Tatarella e rianimata con un massaggio cardiaco. Un’ora dopo il suo ricovero, però, la donna ha avuto un’altra crisi che ha suggerito ai medici di indurle il coma farmacologico fino al 19 ottobre quando poi hanno iniziato a risvegliarla.

Tutto allora era sembrato filare per il meglio: nella denuncia il fratello spiega che la donna era vigile, non era più attaccata ai tubi e respirava autonomamente. Pronta, insomma, per cambiare reparto. L’ultimo messaggio d’amore al compagno, Stefania lo ha spedito alle 7.30 del 22 ottobre. Due ore più dopo i medici del “Tatarella” hanno telefonato alla famiglia comunicando l decesso avvenuto per arresto cardiaco. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione del personale medico, durati circa mezz’ora. “Nomineremo a nostra volta un consulente medico legale per le persone offese – afferma l’avvocato Michele Sodrio che difende la famiglia della vittima – La lista dei medici già indagati tuttavia costituisce una prima importante conferma della gravità di quanto accaduto e della necessità di svolgere indagini approfondite sulle cause della morte di Stefania”.

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