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Cultura e spettacolo, l’appello alla Regione Puglia: “Imprese e lavoratori allo stremo”

Pubblicato da: Adalisa Mei | Gio, 23 Giugno 2022 - 18:30

La Regione Puglia ha deliberato oggi un taglio del 30% delle risorse destinate alle piccole e medie imprese di produzione del settore cultura e spettacolo pugliese. I lavoratori dello spettacolo non ci stanno. Questa decisione – tuonano- “aggraverà così le grosse perdite di introiti e di giorni lavorativi registrati nel settore a causa del Covid”.

“Per prima cosa – precisano – riteniamo inaccettabile che si continui a procedere, ormai da 5 anni a questa parte, ad emanazione di avvisi pubblici, progettati nell’ambito della Sezione Economia, in deroga alla normativa regionale vigente (Legge regionale 6/04)”.

“Di fatto, la Regione Puglia continua ad emanare, con gravi ritardi di pubblicazione e di liquidazione, bandi annuali, triennali e/o di ristoro del tutto incoerenti e insoddisfacenti rispetto alle reali condizioni di vita e di lavoro di operatori e artisti pugliesi, compiendo invece la scelta politica di destinare la gran parte delle risorse economiche ai ‘grandi eventi’, con assegnazioni dirette al di fuori di regole e programmazione. Di contro – spiegano ancora i lavoratori- la dotazione per le imprese pugliesi di soli 7.400.000 di euro risulta essere del tutto insufficiente a garantire la copertura dei tanti soggetti partecipanti i quali, per avviare la programmazione di produzioni, festival, rassegne, eventi, mostre, hanno dovuto sostenere elevati investimenti al buio, prendendo impegni con fornitori, compagnie e personale senza poter conoscere né prevedere il livello di intervento pubblico sulle attività da realizzare, con rischi economici assolutamente al di fuori di ogni ragionevole prassi”.

I sindacati chiedono quindi “a partire da oggi per gli anni a venire, che la Regione elabori una reale visione culturale in Puglia, garantendo legislazione, equità nella distribuzione di fondi, accesso al credito agevolato, tempi certi di liquidazione, assicurando risorse certe e legate a parametri rivalutativi attraverso la programmazione triennale, con l’obiettivo di dare stabilità al settore e ai suoi lavoratori, favorendo così lo sviluppo e l’affermazione della scena locale nella dimensione nazionale ed internazionale”.

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