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Tentato omicidio e lesioni aggravate dal metodo mafioso nel Barese, arrestate 8 persone

Pubblicato da: redazione | Sab, 3 Dicembre 2022 - 09:30
Carabinieri Bari

Otto persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio e lesioni personali gravi aggravate dal metodo mafioso, tentata estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi da sparo di illecita provenienza e ricettazione, sono state arrestate questa mattina.

In particolare, nel corso della mattinata, i militari della Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle, con il supporto dell’Arma di Brindisi e di Avellino nonché dei Carabinieri del 6° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti delle otto persone, di cui quattro tradotte in carcere ed altrettante agli arresti domiciliari.

Secondo l’impostazione accusatoria della Direzione Distrettuale Antimafia e del Gip del Tribunale di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), il 24 giugno 2017, in zona San Pietro Piturno, nel comune di Putignano, tre soggetti, avrebbero compiuto un agguato ai danni di un 44enne del posto, dinanzi alla sua abitazione, attingendolo con dei colpi di arma da fuoco alle gambe. Il giorno successivo, sempre nello stesso quartiere, altri tre soggetti, di età compresa tra i 23 ed i 60 anni, avrebbero sparato e ferito un 48enne, utilizzando due pistole di illecita provenienza, una delle quali già utilizzata nel precedente agguato.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gioia del Colle e, coordinate dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Bari, sono state sviluppate mediante servizi di osservazione e pedinamento nonché attraverso attività tecniche ed hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di quattro indagati quali autori dei fatti di sangue, con l’aggravante del metodo mafioso. Nell’ambito dell’attività investigativa sono emersi un tentativo di estorsione posto in essere da un indagato nei confronti di suo sottoposto nonché l’esistenza di due fazioni contrapposte che si contendevano la supremazia della piazza di spaccio. Tra i destinatari del provvedimento cautelare spicca un 23enne che, nonostante la sua giovane età, ha manifestato una spregiudicata attitudine a delinquere, evidenziata nella quasi la totalità delle imputazioni formulate a suo carico.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla citata Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che ha avanzato richiesta di misura cautelare al Gip, il quale ha disposto il collocamento in carcere per i quattro presunti autori degli episodi di fuoco e la sottoposizione al regime degli arresti domiciliari per coloro che si sarebbero occupati dell’attività di spaccio.

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