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Emergenza droni in carcere, la denuncia: “Anche in Puglia”

L'allarme del Sappe, chiesto tavolo urgente

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Febbraio 2025 - 08:36
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“Ormai il problema dei droni utilizzati dalla delinquenza per far arrivare in carcere qualsiasi cosa, soprattutto telefonini e droga sta diventando sempre più drammatico, grazie anche al disinteresse di chi in questi anni doveva preoccuparsi della sicurezza delle carceri”. Così il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria che in una nota ha voluto denunciare la questione sottolineando che “questa nuova via che grazie alla tecnologia consente di far entrare in carcere materiale vietato, in maniera quasi indisturbata e senza pericolo, grazie anche alla mancanza di qualsiasi mezzo da contrapporre a tale traffico”.

“In questi ultimi tempi – si legge ancora nella nota – anche famosi magistrati in prima linea contro le mafie a partire dal procuratore antimafia dottor Melillo per finire al procuratore di Napoli dottor Gratteri denunciano il fatto che nonostante la problematica sia molto grave, poiché ha consentito che le carceri siano diventate piazze di spaccio di droga nonché vendita di microcellulari a caro prezzo, non sembra interessare nessuno. A questo punto come al solito il cerino è rimasto in mano alla polizia penitenziaria che cerca in qualsiasi modo di arginare il fenomeno senza alcun strumento e quando ciò avviene, come accaduto a Foggia l’altro giorno, i poliziotti intervenuti per sequestrare il materiale proibito appena arrivato dopo aver avvistato un drone, sono stati selvaggiamente aggrediti e picchiati dai detenuti che non volevano che fosse sequestrato, grazie anche alla grave situazione di carenza organica di personale nonchè di sovraffollamento di detenuti in cui versa da tempo il penitenziario del capoluogo Dauno. Come pure si sono registrati vari avvistamenti in quasi tutte le carceri pugliesi (Trani, Lecce, Taranto,Bari ecc.ecc.) soprattutto nelle ore serali e notturne, in quanto i droni grazie all’aiuto delle tenebre attraversano il muro di cinta che sono sguarniti, per portare a domicilio telefonini e droga”, sottolinea il sindacato.

“Il SAPPE – proseguono – è molto preoccupato poiché qualora la delinquenza importante, in assenza di misure dello Stato per contrastare questo fenomeno, decidesse di introdurre in carcere armi e materiale esplosivo (per punire gli avversari o destabilizzare le Istituzioni) il disastro si ripercuoterebbe anche sui territori. Proprio per questo invitiamo i signori prefetti della regione a convocare con urgenza un tavolo con i responsabili sia dell’amministrazione penitenziario che della sicurezza e dell’ordine pubblico al fine di individuare delle misure concrete da sottoporre al vaglio del Ministro dell’Interno e della Giustizia”, concludono.

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