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“Il bene e il male, educare le nuove generazioni”: Galimberti a Bari

Il 2 maggio al Petruzzelli

Pubblicato da: redazione | Mer, 30 Aprile 2025 - 11:01
Galimberti - Bene e male - cop

Venerdì 2 maggio 2025alle 20,45, al Teatro Petruzzelli di Bari, torna a grande richiesta il filosofo, saggista e psicanalista Umberto Galimberti. Il suo nuovo monologo-spettacolo si intitola «Il bene e il male. Educare le nuove generazioni», in una data organizzata da Aurora Eventi. È uno spettacolo che impone una riflessione urgente e profonda, in un’epoca segnata dall’incertezza e dal rapido mutamento dei valori. E il filosofo lombardo lo fa a modo suo, in un ruolo che negli ultimi anni l’ha visto protagonista su moltissimi palchi italiani.

Ancora pochi i biglietti rimasti, acquistabili su ticketone.it e in tutti i punti vendita del circuito TicketOne (info 328.351.94.02).

Galimberti affronta una delle sfide più cruciali del nostro tempo: come trasmettere alle nuove generazioni un senso autentico di orientamento morale, in un mondo che sembra aver perso i suoi riferimenti tradizionali. Non si tratta semplicemente di distinguere il bene dal male secondo codici precostituiti, ma di educare al pensiero critico, alla capacità di interrogarsi, di scegliere e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Nel suo libro uscito qualche anno fa – «La parola ai giovani (Ed. Feltrinelli, 2018) – il saggista scrive che «i giovani non credono più che esista qualcosa di stabile, qualcosa su cui poter fare affidamento per costruire il proprio futuro. Sono diventati nichilisti, ma in modo attivo: continuano a vivere, a lavorare, a studiare, ma senza aderire profondamente a nulla».

Partendo da questo scenario, Galimberti invita a ripensare l’educazione come un autentico accompagnamento nella scoperta della vita e del suo senso. «Educare – afferma – non significa riempire delle teste vuote, ma accendere delle menti pensanti». Ed è proprio nella capacità di pensare, di interrogarsi sulle questioni del bene e del male, che risiede la possibilità di emanciparsi da una cultura dell’indifferenza e del cinismo. Attraverso un linguaggio accessibile ma mai semplificato, Galimberti intreccia filosofia, psicoanalisi e antropologia culturale, offrendo una narrazione appassionante che si rivolge non solo agli educatori e ai genitori, ma a chiunque senta il bisogno di ritrovare una bussola interiore in tempi di smarrimento collettivo.

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