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Puglia, si moltiplicano roghi di ulivi secchi per Xylella

Nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati

Pubblicato da: redazione | Mar, 8 Luglio 2025 - 10:55
foto ANSA

Si moltiplicano gli incendi in Salento con migliaia di ulivi e centinaia di ettari mangiati dalle fiamme, con le piante secche per la Xylella che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, rispetto alla strage che si ripete ogni anno lasciando paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura – aggiunge Coldiretti Puglia – si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali. Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato – insiste Coldiretti Puglia – una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella.

Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti Puglia – è la disattenzione e l’azione dei piromani.

Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.

A favorire gli incendi è la tendenza alla tropicalizzazione con un clima ogni anno più caldo – conclude Coldiretti Puglia – quando nel periodo di 12 mesi da giugno 2024 a maggio 2025 la temperatura è stata di 0,69 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 1,57 gradi superiore al livello preindustriale, secondo il sistema meteorologico europeo Copernicus.

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