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Incendi in Puglia: necessari 15 anni per ricostruire boschi in fiamme

Con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente

Pubblicato da: redazione | Gio, 3 Luglio 2025 - 10:16
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Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco sono necessari fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo, con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. E’ quanto stima la Coldiretti Puglia sugli effetti degli incendi che distruggono ogni anno centinaia di ettari di alberi e macchia mediterranea in Puglia spinti dal caldo record, ben 2300 solo nell’estate 2024 secondo i dati della Protezione Civile, con le alte temperature e l’assenza di precipitazioni che inaridiscono i terreni favorendo l’innesco dei roghi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.

Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti Puglia – è la disattenzione e l’azione dei piromani.

Le conseguenze sono drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.

Nelle aree bruciate dagli incendi – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.

A favorire gli incendi è la tendenza alla tropicalizzazione con un clima ogni anno più caldo – conclude Coldiretti Puglia – quando nel periodo di 12 mesi da giugno 2024 a maggio 2025 la temperatura è stata di 0,69 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 1,57 gradi superiore al livello preindustriale, secondo il sistema meteorologico europeo Copernicus.

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